Pisa, 11 novembre 2024 – Danni per 108 milioni di euro: questa la stima (e la richiesta) che un campione di 600 cittadini, all’interno di uno studio sperimentale condotto dalla Scuola Sant'Anna di Pisa, ha fatto riguardo al danno causato dai rifiuti marini sulle spiagge tra Livorno e La Spezia. Oltre agli effetti dannosi sulla salute dell'ecosistema, per le persone e per gli animali, si spiega in una nota, la presenza di rifiuti marini provoca un degrado e una perdita di valore che è possibile esprimere anche in termini economici.
Lo studio, del Centro di ricerca interdisciplinare in Sostenibilità e clima della Scuola Superiore Sant'Anna, coordinato da Marco Frey, si è svolto all'interno di un progetto in collaborazione con l'Associazione Blue Resolution e con Ergo, azienda spin-off della Scuola Superiore Sant'Anna. La valutazione del danno ha riguardato lo studio dell'impatto che deriva dalla presenza di rifiuti marini nell'area costiera tra Toscana e Liguria. Sono stati intervistati circa 600 cittadini i quali, a fronte dello scenario della propria spiaggia preferita occupata da numerosi rifiuti, hanno chiesto «complessivamente» 108 milioni di euro di danni. Tra le diverse rappresentazioni, (ad esempio di carattere sociale o ambientale), il valore economico fornisce infatti una misura dell'importanza delle risorse naturali per il benessere delle persone. 108 milioni di euro è la cifra totale che risulta dalla somma del valore legato alla singola esperienza negativa vissuta dai cittadini e quindi scalabile, in linea di principio, ogni qual volta l'esperienza si ripresenti.
«Parlare di rifiuti marini in termini economici - commenta Natalia Marzia Gusmerotti, professoressa associata affiliata al Centro di ricerca interdisciplinare in sostenibilità e clima della Scuola Superiore Sant'Anna - consente di concentrarsi sull'aspetto strategico delle scelte che possono essere compiute a diversi livelli e in diversi ambiti, pubblico, privato, economico e sociale. Si tratta di strategie e di processi decisionali che attori pubblici e privati dovrebbero saper disegnare insieme, a vantaggio del benessere dei cittadini, delle comunità locali e degli ecosistemi». Per Gusmerotti «rendere visibile, in termini monetari, le conseguenze del danno da rifiuti marini può e deve stimolare processi di innovazione a diversi livelli e per diverse categorie di portatori di interessi»