ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Il Risiko dem dietro i rifiuti. Una guerra silenziosa tra fronde e trabocchetti

L’ok al piano toscano dell’economia circolare rischia di essere picconato dai conflitti interni al Pd. E si lega alla partita delle candidature per il 2024

Una veduta della discarica di Peccioli

Una veduta della discarica di Peccioli

Firenze, 17 settembre 2023 – Sono ripresi in un momento di turbolenze politiche i lavori del consiglio regionale sul nascente piano toscano dell’economia circolare che rischia di essere picconato dalle guerre scoppiate nelle viscere del Pd.

L’adozione del nuovo piano dei rifiuti è prevista per l’autunno. Ma il percorso istituzionale (con vari approfondimenti già affrontati in commissione sulle osservazioni giunte) potrebbe essere più in salita del previsto.

La campagna elettorale verso le amministrative del giugno ’24 è già cominciata e l’esposizione dell’assessora con delega all’ambiente, ai lavori pubblici e alla protezione civile Monia Monni (che lavora al piano) ha azionato la contraerea. Papabile candidata nella corsa a sindaca di Firenze, l’assessora campigiana che vive a Prato, di appartenenza schleinaiana, ha ricevuto una vasta gamma di adesioni.

Ma è proprio sull’impostazione del piano, a valle del quale necessitano decisioni operative, che prevedano la realizzazione di impianti che rendano più sostenibile la gestione dei rifiuti toscani, che dentro il Pd si stanno animando fronde con pensieri divergenti.

La consigliera regionale Cristina Giachi che, nella segreteria toscana del Pd, ha ricevuto la delega ad ambiente e transizione ecologica ed energetica incontra i sindaci dell’alta Valdera, i più franchi oppositori al piano che deve arrivare a chiudere il cerchio dell’economia circolare entro i confini regionali, realizzando il nuovo impianto di Peccioli.

Quello che a loro ha fatto aizzare il forcone. Anche il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo non nasconde le sue perplessità che, in casa Pd, agitano anche l’ex assessora all’ambiente, attuale consigliera Federica Fratoni. Ma c’è dell’altro. Il piano è stato lodato da Annalisa Corrado, che in segreteria nazionale dem ha la delega alla conversione ecologica ed è una delle fedelissime di Elly Schlein.

Impallinando il piano toscano il Pd non solo rischia di mettersi contro la segretaria nazionale. Il pericolo più grosso è che – visti i furiosi bubbolii – il governatore Giani sia costretto a mettere la fiducia sul voto dell’atto per spegnere i bollenti spiriti. Della serie, o si smette o si va a casa.

I motivi dei mal di pancia secondo i malpensanti, in alcuni casi, esulano dall’impianto di Peccioli. Non è un mistero il rapporto stretto che lega Giachi al sindaco Nardella e che al primo cittadino del capoluogo toscano la candidatura di Monia Monni vada di traverso al suo obiettivo di lasciare il mandato passando il testimone a uno dei suoi pretoriani e, in particolare, all’attuale assessora al welfare di Palazzo Vecchio, Sara Funaro. La guerra a Monni, insomma, sarebbe arrivata a puntino.

Pensieri meschini, quelli del lavorìo che ci sarebbe dietro al piano dei rifiuti, mandano a dire dalle parti di Giachi, che sarebbe spalleggiata dall’altro consigliere Pd fiorentino vicino a Nardella, Andrea Vannucci.

Ma che ci sia un fermento incontrollato sul piano è confermato dall’agitazione in seno al Pd. Le colombe dem sarebbero già andate a bussare a Italia viva per assicurarsi il voto al momento dell’adozione del piano. Perché la maggioranza ormai in consiglio regionale si regge su numeri risicati. Gli scricchiolii si sono sentiti nitidi lunedì scorso in occasione del voto per l’elezione del vicepresidente del consiglio regionale in quota alla maggioranza: Stefano Scaramelli (di Italia viva) è stato confermato ma con 20 voti, quattro in meno rispetto all’insediamento, scesi poi a 21 il 18 aprile scorso.

Nei prossimi mesi dovranno essere discussi e votati atti di fondamentale importanza. Con quali voti se all’interno del Pd cresceranno le fronde? In gioco c’è la caduta libera. E lo spettro del tutti a casa.