LUCA BOLDRINI
Cronaca

Toscana, rischio siccità: Bilancino è strapieno, ma il sud della regione è a secco

Crollo delle piogge nei primi mesi dell'anno, -23%, ma la distribuzione non è uniforme: Nord e Centro stanno meglio, il Sud tocano è già in una situazione allarmante

Firenze, 8 maggio 2020 - Nei primi mesi del 2020 in Toscana è piovuto "poco e male". Una forte differenza tra zone -  e non è una sorpresa, perché si tratta di una regione complessa da un punto di vista climatico - che porta a paradossi come quello di queste ore: da una parte il monitoraggio quotidiano di Publiacqua sull'invaso di Bilancino rassicura l'area di Firenze, Prato e Pistoia, dall'altro il report del Consorzio Lamma preoccupa per la situazione del sud toscano in vista dell'estate con un forte rischio siccità. La strategica riserva idrica fiorentina è a 64 milioni di metri cubi invasati al 7 maggio rispetto a una capacità massima di 69 milioni.

Come è possibile? La spiegazione è nei numeri. Se la fine del 2019 è stata piuttosto piovosa (a novembre +166%), l'inizio del 2020 è stato molto asciutto: al 30 aprile, secondo i dati diffusi dal Lamma, siamo a -23% delle precipitazioni attese, frutto di carenza di piogge soprattutto a gennaio (-22%), febbraio (-31%) e aprile (-48%). Marzo è stato più piovoso del previsto, ma con il suo +9% non può certo compensare gli altri tre mesi. 

Questo il dato regionale, ma è essenziale scorporarlo per provincia per capire il problema: a Nord (Lucca, Massa Carrara e Pistoia) il deficit di pioggia è solo dell'8%, a Sud (Siena e Grosseto) del 46%. Le aree centrali vanno dal -26% di Pisa e Livorno al -19% di Prato, Firenze e Arezzo. Risultato? Negli ultimi tre mesi l'indice che misura il rischio siccità è cambiato nelle zone meridionali della Toscana arrivando a "siccità moderata o localmente severa".

L'invaso di Bilancino
L'invaso di Bilancino

Da una parte quindi c'è una zona della regione che dormi sonni tranquilli grazie all'enorme riserva di Bilancino, vero e proprio deposito di zio Paperone per fiorentini, pratesi e pistoiesi. Dall'altra le zone più agricole tremano all'idea di un'estate siccitosa, come se di guai non ce ne fossero abbastanza. Bisogna quindi sperare che maggio porti un po' di acqua e che i prossimi mesi e anni portino più infrastrutture per fronteggiare il cambiamento climatico che, piaccia o no, è una realtà già presente nelle nostre vite.