
L'esterno del Neromo (New Press Photo)
Firenze, 9 marzo 2022 - Vip, calciatori e belle donne ai tavoli del ristorante “Neromo“ di borgo San Frediano. Ma dietro il bancone, un vortice di società apri e chiudi, intestate a prestanome, che avrebbero permesso ai veri amministratori di fatto del locale di non pagare fornitori, contributi e tasse.
Per queste accuse, sono finiti agli arresti domiciliari Pieraldo Guidi, 65 anni, e i due figli Gianmarco, 42, e Tommaso, 34. Il giudice, Angela Fantechi, dopo aver letto le richieste del pm Christine Von Borries, ha firmato il provvedimento cautelare ravvisando "pericolo attuale e concreto di reiterazione del reato".
Ovvero quelle di ripetere le bancarotte “seriali“ delle società che, dal 2015 ad oggi, si sono avvicendate nella gestione del famoso ristorante: prima la Neromo srl, poi la Willy srl, quest’ultima dichiarata fallita il 13 gennaio del 2021.
Ma le contestazioni mosse dalla procura alla famiglia Guidi (assistiti dagli avvocati Filippo Cei ed Alessia Ratti) non si fermano alla bancarotta. "Gli indagati hanno perseguito la realizzazione di propri interessi economici in modo organizzato e pervicace con condotte programmate nel tempo, cercando di massimizzare i profitti e lasciando al proprio destino i creditori, servendosi stabilmente per la gestione dell’attività di prestanome che potessero schermare la loro condotta e la loro responsabilità e coinvolgendo nell’attività economica persone sprovvedute", riassume il giudice nella sua ordinanza.
Tra le accuse - mosse a due indagati, Pieraldo e Gianmarco Guidi - c’è anche quella di circonvenzione di incapace. Tra le carte che la guardia di finanza ha acquisito, è spuntata infatti la partecipazione societaria di una coppia di coniugi di Scandicci entrambi non pienamente capaci di agire, che nell’aprile del 2015 avevano acquistato per 225mila euro il 30% del ristorante. Poi avrebbero versato altri soldi con la prospettiva di dare un lavoro al figlio. La prosecuzione dell’attività di “Neromo“ non è stata intaccata dalla misura del tribunale.