LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Il risveglio di Cristina: "Mamma". Un raggio di luce dopo 10 mesi di coma

Arezzo, la giovane donna partorì dopo un malore al settimo mese di gravidanza. Anche la figlia è in riabilitazione

Cristina Rosi

Arezzo, 9 giugno 2021 - Dieci mesi di silenzio, poi una parola: "Mamma". L’ha ripetuta due volte, quasi a sottolineare che lei c’è, è tornata. Cristina Rosi, 37 anni, ha tagliato un traguardo importante nel suo lento recupero dopo l’arresto cardiaco che nel luglio scorso la colpì al settimo mese di gravidanza, nella casa di Alberoro, alle porte di Arezzo, dove viveva con il marito Gabriele Succi, 42 anni.

Una giovane coppia felice per l’arrivo della piccola Caterina che invece, quel maledetto giorno, fu fatta nascere prematura con parto cesareo per salvarle la vita. Il tempo trascorso senza ossigeno ha provocato gravi danni neurologici a madre e figlia che non si sono mai incontrate perché per entrambe è iniziato un percorso fatto di ospedali, terapie, macchinari per respirare e nutrirsi. Ciascuna lontana dall’altra, così da 10 mesi. Cristina ha pronunciato la parola "mamma" davanti a Mirella e per lei è stato come "partorirla un’altra volta" dice tra le lacrime accanto al letto della figlia, nella clinica vicina a Innsbruck dove è ricoverata da due mesi. Con lei c’è Gabriele che aggiunge: "Una gioia vera dopo tanta sofferenza. Anche i sanitari in stanza hanno confermato che Cristina ha detto la sua prima parola".

Nella struttura, la giovane madre aretina è sottoposta a un programma di riabilitazione neurologica. "I medici vogliono rimetterla in piedi e sono convinti delle potenzialità di Cristina", sottolinea mamma Mirella. Altro passo avanti è la rimozione della tracheotomia perché "mia moglie respira e deglutisce da sola. Vederla oggi nei suoi progressi e ripensarla solo pochi mesi fa con tutte le prove che ha dovuto superare, mi sembra un miracolo" si commuove Gabriele. Il "risveglio" è il primo passo di un percorso di rieducazione pianificato con step trimestrali che, tuttavia, ha costi molto elevati. "Per tre mesi nella clinica servono 104mila euro. Finora abbiamo potuto assicurare a Cristina le terapie grazie alle quali è migliorata. Non possiamo fermarci adesso. Mia moglie e mia figlia meritano di tornare a casa nelle migliori condizioni possibili. C’è bisogno dell’aiuto di tutti, ciascuno per quello che può", spiega Gabriele che ha lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe per provvedere alla riabilitazione anche per la piccola Caterina che ha bisogno di un’assistenza 24 ore su 24. Cristina reagisce alle sollecitazioni e piange quando ascolta il messaggio vocale registrato per lei da Gianna Nannini, la sua star preferita. Sul tavolo di casa ci sono ancora i biglietti per il concerto della popstar senese: il regalo di Gabriele per il compleanno di Cristina, poco prima che il suo cuore si fermasse.