Firenze, 30 dicembre 2023 – Moriva il 30 dicembre del 2012 Rita Levi Montalcini, l’ultima italiana a vincere il Nobel. Oggi avrebbe sorriso nel vedere le prime sperimentazioni cliniche della sua molecola, il fattore di crescita delle cellule nervose (Ngf) che le è valso il prestigioso riconoscimento. L'uso della 'sua' molecola serve contro la malattia di Alzheimer e contro alcune malattie neurodegenerative della retina. Già nel 2017 l'Ngf era diventato la base di un collirio per la cura delle dermatiti neurotrofiche dell'occhio. "Immagino Rita Levi Montalcini sorridente nel pensare che la sua molecola era diventata un farmaco", ha spiegato il presidente della Fondazione Ebri, Antonino Cattaneo, ripercorrendo gli sviluppi delle strade aperte dalle ricerche della Montalcini. Il 30 dicembre 2012 la 'Signora della scienza italiana' concludeva una vita lunga e intensa, lasciando un'eredità che in questi dieci anni ha confermato molte delle sue intuizioni, a partire dalla possibilità di utilizzare l'Ngf per curare malattie neurodegenerative come l'Alzheimer o per stimolare alcune cellule del sistema immunitario e, soprattutto, aveva intuito che la prossima grande sfida delle neuroscienze sarebbe stata comprendere la coscienza. Le due sperimentazioni di quella che Rita Levi Montalcini chiamava "la molecola meravigliosa" hanno avuto il via libera già l’anno scorso. Quel giorno di undici anni fa, il suo cuore ha smesso di battere in una piccola camera a Roma, traboccante di libri e fogliettini di appunti sparsi dappertutto. Aveva 103 anni. Ha studiato fino all’ultimo, perchè sentiva forze - aveva detto - che a vent'anni non aveva. La sua perdita ha commosso l'intero Paese. Trascorreva gran parte del suo tempo in una piccolissima cameretta in una casa enorme. Nella sua stanza c'era appena lo spazio per un letto e per una scrivania sulla quale era sistemato un computer di ultima generazione. La stanza era sommersa di libri, cd e documenti scientifici. Sulla parete del letto c'era un'unica foto, quella della madre. Ha lasciato una grande eredità scientifica e culturale. Il suo insegnamento è sempre attuale non solo in ambito scientifico, e rappresenta un faro per le nuove generazioni. La grande eredità che ha lasciato ai ragazzi è che il risultato si può raggiungere solo attraverso una ferrea determinazione, sostenuta da un metodo rigoroso di ragionamento e di comprensione di ciò che ci circonda, uniti a una fervida creatività.
Nasce oggi
Paolo Villaggio nato il 30 dicembre del 1932 a Genova. Ha scritto una pagina della vita italiana, perché non è stato solo attore, scrittore, autore e istrione tra radio e tv. Era la ‘cattiva coscienza’ dell'Italia degli anni '70 e, a suo modo, lo è rimasto anche negli anni del suo "autunno da patriarca”. Ha detto: “Gli italiani quando sono in due si confidano segreti, tre fanno considerazioni filosofiche, quattro giocano a scopa, cinque a poker, sei parlano di calcio, sette fondano un partito del quale aspirano tutti segretamente alla presidenza, otto formano un coro di montagna”.