Firenze, 14 gennaio 2025 - Troppi ritardi, disservizi e guasti stanno esasperando, anche in Toscana, pendolari e associazioni dei consumatori. Tra queste, Altroconsumo ha deciso di rilanciare la petizione “Treni: chiediamo i rimborsi”, disponibile online. L’obiettivo è spingere le autorità italiane ed europee a introdurre provvedimenti concreti e urgenti per garantire indennizzi più equi ai passeggeri.
Secondo Altroconsumo, il Regolamento dell’Unione europea 782 per il 2021, che disciplina rimborsi e indennizzi, è inadeguato a compensare in modo proporzionato i viaggiatori. «Attualmente il rimborso del 50% del biglietto è previsto solo per ritardi superiori a due ore. Chiediamo che il rimborso totale scatti per ritardi di due ore, che il 50% sia previsto per ritardi superiori a un’ora per tutti i treni e a 30 minuti per i treni ad Alta Velocità. Inoltre, proponiamo un rimborso del 30% per i ritardi tra 15 e 30 minuti, che rappresentano il 45% dei casi e per i quali oggi non è previsto alcun indennizzo», spiega Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo.
L’associazione richiede anche che i rimborsi vengano erogati automaticamente, senza che il passeggero debba affrontare trafile burocratiche, e che ci sia sempre la possibilità di scegliere tra rimborso in denaro o voucher.
Altroconsumo sottolinea che il sistema ferroviario italiano è stato segnato negli ultimi mesi da una “sequela di disservizi e guasti” e che i problemi potrebbero aggravarsi con l’arrivo dei cantieri previsti tra il 2025 e il 2026. «La modernizzazione della rete è certamente necessaria e prioritaria, ma deve andare di pari passo con il rispetto dei diritti dei passeggeri, che meritano un servizio adeguato ai costi sempre più elevati dei biglietti. Quanto sta accadendo evidenzia una grave carenza nella programmazione dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria», aggiunge Cavallo.
Un’indagine condotta dall’associazione ha evidenziato che un terzo dei passeggeri di treni ad alta o media velocità negli ultimi 12 mesi è arrivato in ritardo. Di questi, il 34% ha subito ritardi compresi tra i 30 e i 60 minuti, mentre il restante 45% si colloca tra i 15 e i 30 minuti. «Non possiamo permettere che a pagare i disservizi siano sempre e solo i passeggeri», conclude Cavallo.