Firenze, 14 luglio 2022 - Era l’11 luglio 1789 quando il re fece ammassare 20.000 soldati alle porte di Parigi. Dall’11 al 13 luglio il popolo di Parigi, esasperato dall’aumento dei prezzi del pane e dalle voci di una congiura aristocratica, iniziò ad armarsi. Si formò la Guardia nazionale, milizia borghese che si propose di difendere il corso rivoluzionario, che adottò la coccarda tricolore: il rosso e il blu della Municipalità parigina e il bianco dello stendardo borbonico. Il 14 luglio a Parigi una folla di artigiani, operai e borghesi, dopo essersi armata, assaltò la Bastiglia lasciando sul terreno un centinaio di morti.
Conquistò così la prigione fortezza simbolo dell’assolutismo regio, poiché in essa venivano rinchiusi quanti erano colpiti dall’ordine regio di imprigionamento senza processo. Erano state le voci di una congiura aristocratica e l’esasperazione per il carovita a suscitare a Parigi un movimento popolare insurrezionale guidato dalla borghesia, che creò una Municipalità provvisoria e istituì la Guardia nazionale, comandata dal La Fayette.
Il Terzo stato, prima dell’assalto, era tornato a rivendicare con forza il ‘voto per testa’, nella convinzione non solo di essere la maggioranza, ma di rappresentare l’intera nazione. E non esitò, dopo un mese di inutile dibattito e con l’appoggio del basso clero e di alcuni nobili, a proclamarsi Assemblea nazionale, impegnandosi con il giuramento nella sala della Pallacorda, a dare una costituzione al Paese. In questo modo il Terzo stato compiva un gesto di rottura rivoluzionaria, poiché di fatto dichiarava conclusa l’epoca del predominio degli ordini privilegiati e vanificava al contempo il disegno del re di risolvere la crisi con qualche concessione. Il re fu costretto a cedere e ordinò a clero e nobiltà di unirsi all’Assemblea nazionale, ma dietro al suo atteggiamento conciliante si celavano i preparativi per riprendere in pugno la situazione con un colpo di forza. È a questo punto che ci fu la mobilitazione del popolo di Parigi per salvare il corso della rivoluzione, con l’assalto alla Bastiglia.
L’episodio ebbe enorme eco in tutta la Francia e costrinse il re a cedere ancora una volta: Luigi XVI allontanò le truppe da Parigi e chiese la collaborazione dell’Assemblea nazionale. Nel contempo l’eco della rivolta parigina si diffuse nelle città di provincia, e sul finire di luglio scoppiò nelle campagne, già in stato di tensione da almeno un anno per il protrarsi della carestia. Si accese così una grande rivolta contadina alimentata dal fenomeno della Grande paura, una sorta di panico collettivo ingigantito da voci incontrollate su una presunta congiura aristocratica volta ad affamare i contadini, e sull’esistenza di bande di briganti assoldate dai nobili per rubare i raccolti e massacrare i contadini. Una gigantesca ‘jacquerie’ percorse la Francia e si rivolse contro i castelli e gli archivi nobiliari, dove erano conservati i documenti sui quali nobili fondavano i loro diritti feudali. Una rivolta alimentata dalla paura della reazione aristocratica e dall’odio contro lo sfruttamento signorile.
Nasce oggi
Natalia Ginzburg nata il 14 luglio 1916 a Palermo. È stata una tra le scrittrici e drammaturghe più importanti della letteratura italiana del Novecento. Ha scritto: “L’importante è camminare e allontanarsi dalle cose che fanno piangere”.