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Cronaca

Rosatellum, come funziona? La legge elettorale spiegata in modo semplice

Il Rosatellum, la cui legge è del 2017, è stato modificato per adattarlo alla nuova composizione del Parlamento. È un sistema elettorale misto. Ne abbiamo parlato col professor Andrea Cardone dell'Università di Firenze

Rosatellum, come funziona? La legge elettorale spiegata in modo semplice

Firenze, 24 agosto 2022 - Con quale sistema elettorale andremo a votare il 25 luglio? La maggior parte di noi sa rispondere senza incertezza: il Rosatellum (che prende il nome dal suo ideatore, il deputato Pd Ettore Rosato). Ma chi saprebbe spiegare con esattezza i meccanismi? Abbiamo dunque interpellato Andrea Cardone, professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico del dipartimento di Scienze giuridiche dell’ateneo fiorentino per provare a semplificare un argomento di per sé complesso.

Intanto, il Rosatellum, la cui legge è del 2017, è stato modificato per adattarlo alla nuova composizione del Parlamento, dopo che la legge costituzionale del 19 ottobre 2020 ha ridotto il numero dei deputati a 400 e dei senatori a 200 e la legge costituzionale 1/2021 che ha parificato l’elettorato attivo per Camera e Senato a 18 anni.

Come funziona

È un sistema elettorale misto in cui abbiamo la compresenza di collegi uninominali che determinano un effetto maggioritario a cui si somma l’elezione di altri parlamentari con un sistema proporzionale, attraverso un meccanismo di ‘listini bloccati’ che spiegheremo in seguito.

I seggi

Tre ottavi dei seggi, 147 alla Camera e 74 al Senato, sono attribuiti nei collegi uninominali. In questo caso, il seggio viene dato al candidato che ha preso più voti. Tutti gli altri voti, dal secondo classificato in giù, si perdono e non concorrono all’attribuzione di quel seggio. Siccome chi è più votato vince, si ha un effetto maggioritario.

I restanti cinque ottavi dei seggi, 245 alla Camera e 122 al Senato, vengono attribuiti in collegi plurinominali con metodo proporzionale, per effetto di una competizione tra liste e coalizioni di liste concorrenti. Qui troviamo l’anima proporzionale delle legge, perchè i seggi vengono attribuiti in proporzione ai voti presi. Non c’è solamente una lista che prende tutti i seggi del collegio. Tutti  invece accedono all’attribuzione dei seggi in proporzione ai voti presi. Ecco che, nella logica proporzionale, tutti i voti sono utili per conquistare i seggi in palio.

Il proporzionale

Possono accedere al riparto dei seggi solamente quelle liste che hanno superato il 3% dei voti e quelle coalizioni che abbiano raggiunto almeno il 10% (e che abbiano al loro interno una lista che ha raggiunto almeno il 3%). Di qui il chiaro incentivo a coalizzarsi. Difatti siamo di fronte ad un’offerta articolata sostanzialmente in tre poli. E non bipolare come avveniva col Mattarellum.

Ebbene, il proporzionale funziona in modo che i seggi siano attribuiti in proporzione ai voti ottenuti dalle liste e dalle coalizioni. L’attribuzione dei seggi, insomma, non va solo a chi ha più voti. I seggi vengono dati attraverso una formula matematica che fa sì che tutti i voti siano utili per l’attribuzione di seggi.

Listini bloccati

Esatto. Se i collegi uninominali sono contendibili là dove i candidati possono ottenere un numero di voti sostanzialmente analogo, i plurinominali sono tutti ‘contendibili’, ma l’effettiva capacità dei candidati di essere poi eletti dipende dalla loro collocazione in lista. Un conto è essere ai primi posti, ben altro negli ultimi. L’ordine del listino definisce l’ordine di elezione: per questo si dice “bloccato”. Ricordiamo che l’attribuzione dei seggi avviene, alla Camera, in base al numero dei voti presi a livello nazionale e, al Senato, in base ai voti presi a livello regionale dalle liste e dalle coalizioni. In questo caso, ad essere favorite sono le liste e le coalizioni di liste che conseguono più voti nelle regioni più popolasi, che per questo assegnano più seggi: Lombardia e Sicilia. Sono anche possibili le candidature plurime. La stessa lista può inserire un candidato nell’uninominale e anche in altri quattro collegi plurinominali, per un totale di cinque collegi. Si tratta di un sistema usato dai partiti per garantire l’elezione dei loro uomini ‘forti’.

Come si vota

Dal punto di vista degli elettori il meccanismo di scelta è sostanzialmente identico per i due rami del Parlamento. Sulla scheda troveremo per ogni coalizione (o lista singola, se non alleata) un candidato al collegio uninominale e, accanto a ogni simbolo, una breve lista bloccata (non sono previsti voti di preferenza) di candidati che lo sostengono. Basta un segno su un simbolo della lista o sul nome del candidato dell'uninominale. Non è possibile il voto disgiunto. Non è possibile scegliere cioè un candidato all'uninominale non collegato all lista scelta per il proporzionale.