LISA CIARDI
Cronaca

Rsa in Toscana, liste d’attesa ferme. La denuncia: “Molti vendono casa per pagare le rette”

Il presidente dell’associazione che riunisce 23 residenze: “Non riassegnate le quote libere per i decessi, tante famiglie in difficoltà”. E i lavoratori della sanità privata sono in rivolta per i contratti scaduti

Rsa in Toscana, liste d'attesa ferme (foto repertorio Ansa)

Rsa in Toscana, liste d'attesa ferme (foto repertorio Ansa)

Si scalda, in Toscana, il fronte delle Rsa, fra scioperi dei lavoratori, sollecitazioni delle famiglie e proteste delle associazioni datoriali nei confronti di Regione e Ausl. Sono 7mila i lavoratori toscani che operano nelle Residenze sanitarie assistenziali e nelle strutture per disabili (Rsd) ai quali viene applicato il contratto di lavoro Uneba. “Il contratto – scrivono i vertici toscani di Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs – a 5 anni dalla scadenza, nella trattativa per il rinnovo, vede una proposta di Uneba di un aumento di 50 euro lordi al mese. Proposta rigettata dai sindacati”. Fronte aperto anche per i circa 5mila dipendenti toscani della sanità privata e delle Rsa (circa 40 le strutture coinvolte) a cui si applicano i contratti Aiop-Aris Sanità privata (scaduto da oltre 6 anni) e Aiop Rsa-Aris Rsa (scaduto da 12). In questo caso, sciopero nazionale lunedì 23 con una manifestazione a Firenze.

Firenze, 18 settembre 2024 – Da maggio scorso non vengono riassegnate, ai toscani in lista d’attesa, le quote sanitarie che si liberano a causa dei decessi. Una situazione che sta mandando in crisi centinaia di famiglie, costrette a vendere casa o a indebitarsi per le spese degli anziani nelle Rsa». A lanciare il grido d’allarme è Paolo Moneti, presidente di Anaste Toscana, associazione che riunisce 23 Residenze sanitarie assistenziali, per un totale di circa 1200 posti letto.

Qual è la situazione ora?

«Siamo di fronte a una problematica che va avanti da maggio. Nonostante i decessi fisiologici, che permetterebbero, a parità di spesa, di far entrare nuovi anziani fra i beneficiari della quota sanitaria, questo non accade. Le liste d’attesa non scorrono e, al contrario, continuano ad allungarsi. Proprio su La Nazione è uscita la denuncia di alcuni familiari del Mugello: il direttore della Società della Salute ha risposto dicendo che servono più fondi. In realtà, lo scorrimento delle liste non richiede più stanziamenti, dato che si vanno a riassegnare le quote di persone decedute. Purtroppo non sta avvenendo».

Il problema è solo in Mugello?

«E’ una situazione comune a tutta la Toscana: non vengono assegnate nuove quote né riassegnate quelle dei deceduti».

Di quali numeri parliamo?

«Lo scorso anno in Toscana c’erano 600 anziani in lisa d’attesa; adesso siamo a quota 1.500. Quasi un raddoppio dovuto al mancato scorrimento delle liste. La Regione dice che servono nuove Rsa, ma non può essere la soluzione se le persone sono costrette a pagare la retta privatamente. Fra l’altro sottolineo che 1.500 è un numero sottostimato, perché indica chi ha già ottenuto il riconoscimento dei requisiti per il ricovero in Rsa; le richieste sono molte di più».

Quali sono le conseguenze?

«Da un lato ci sono famiglie che rinunciano all’inserimento dei propri cari in Rsa, non potendo sostenere i costi; dall’altro ce ne sono molte che, non avendo altro modo di gestirli, si accollano ogni spesa, spesso vendendo case e beni. Si parla di 57,60 euro al giorno, cioè 20.736 euro l’anno di quota sanitaria, che salgono a circa 40mila sommando anche la quota sociale».

Cosa chiedete?

«Che i soldi messi a disposizione della Ausl per le quote sanitarie siano interamente spesi per questo scopo. Oggi non è così: ogni anno ci risulta che vengano erogate 12.500 quote sanitarie, ma che solo 9.500 siano sui 365 giorni; le altre sono per ricoveri di sollievo di pochi mesi. Questo comporta un avanzo di 20 milioni di euro l’anno su un totale di 206 milioni. Fondi che vengono ingiustamente usati per altre voci. All’assessora regionale Spinelli va dato atto di aver voluto un monitoraggio della situazione e di aver più volte chiesto alle Ausl di usare tutti i fondi per le quote. Per ora però non sta accadendo. Chiediamo al Consiglio, alla giunta e al presidente Giani una presa di posizione chiara per vincolare queste risorse».