REDAZIONE CRONACA

Salvate 4 cavalle dal macello. Passaporti falsi, non erano destinate all'alimentazione

I passaporti dei cavalli, arrivati dalla Francia, erano stati falsificati per vendere la carne di animali non destinati all'alimentazione

Uno dei cavalli salvati dal macello

Uno dei cavalli salvati dal macello

Volterra (Pisa), 7 gennaio 2021 - Sono arrivate al Centro di recupero gestito da IHP a Tignano, Louisiane, Lys, Jacinthe, Heroine, quattro cavalle salvate per un soffio dal macello grazie ad un'operazione del Nas dei Carabinieri di Parma e affidate all'associazione che si è offerta di dare loro una nuova vita.

 

Le quattro cavalle – dopo aver affrontato un viaggio estenuante dalla Francia all'Italia, con numerosi passaggi di mano fra diversi commercianti di bestiame – sono arrivate a Correggio (Reggio Emilia) per essere macellate: qui, grazie a un sospetto del titolare del macello e allo scrupolo del veterinario della Asl incaricato dei controlli, sono emersi dubbi sull'autenticità dei passaporti. L'intervento del Nas di Parma e le successive verifiche hanno permesso di accertare che le quattro cavalle erano registrate in Francia come non DPA (ovvero non destinate alla produzione alimentare) e che i documenti erano stati falsificati per poterle macellare. Gli animali sono stati sequestrati dalla magistratura del Tribunale di Novara (competente per territorio) che ha aperto un procedimento a carico dei supposti responsabili della falsificazione e, successivamente, con proprio decreto ha affidato i quattro cavalli salvati a IHP.

 

“Questa volta è andata bene – commenta il presidente di IHP, Sonny Richichi – ma purtroppo in tanti, troppi, altri casi il lieto fine non c'è: da anni denunciamo che falsificare i documenti dei cavalli trasformandoli da non DPA in DPA è una prassi, spesso usata per trasformare in bistecche animali che non sono più produttivi per i circuiti dell'ippica e degli sport equestri. Per poter eseguire i controlli in modo semplice ed efficace serve un'anagrafe seria e trasparente che ad oggi manca, prestando il fianco ad operazioni illegali”. Tutti i cavalli al momento della nascita devono avere un passaporto collegato ad un microchip dal quale risultino i dati necessari all'identificazione dell'animale – come avviene per i cani – e anche la classificazione in ordine alla possibilità di macellazione: i cavalli non destinati alla produzione alimentare tali devono rimanere fino al termine della loro vita naturale, la classificazione non può essere cambiata. Cosa che invece avviene quando è necessario disfarsi – con mezzi illeciti – di animali diventati inutili e improduttivi. “Per Louisiane, Lys, Jacinthe e Heroine adesso comincia una nuova vita, di libertà e benessere – conclude Richichi -. Il mio plauso alle autorità sanitarie emiliane e al Nas di Parma, allo staff di IHP che ha seguito le complesse procedure burocratiche per l'affidamento. La nostra richiesta, a gran voce, alle autorità italiane affinché finalmente realizzino un'anagrafe seria e trasparente così da consentire controlli adeguati per la tutela degli animali e anche della salute dei consumatori che oggi rischiano di trovarsi nel piatto carne proveniente da animali trattati con farmaci e sostanze impiegate nel circuito dell'ippica e degli sport equestri e dannose per l'alimentazione umana”. 

 

Maurizio Costanzo