Firenze, 14 settembre 2022 - Era il 14 settembre del 1224 quando, seondo la tradizione, dopo una notte trascorsa a pregare alla Verna, San Francesco ricevette le stimmate, che portò impresse sul suo corpo fino al giorno della morte, avvenuta due anni più tardi, il 3 ottobre del 1226. Era il primo cristiano nella storia della Chiesa chiamato ad essere riflesso vivente di Cristo, e a vedere impressi e sanguinati su sé stesso i segni della passione. Si trovava in Toscana in quel momento, nella valle del Casentino, sul monte che Dante Alighieri definì il “crudo sasso”. Durante quel ritiro spirituale, stava digiunando per 40 giorni in preparazione alla festa di San Michele Arcangelo che cadeva il 29 settembre. Quando avvenne il miracoloso evento, gli abitanti della zona e i pastori notarono, e riferirono, che la Verna sembrava avesse preso fuoco, e nel vedere il monte avvolto da un fascio di luce accesissima, pensarono a un incendio. Sono diverse le curiosità che riguardano il Poverello d’Assisi, proclamato patrono d’Italia il 18 giugno 1939 da papa Pio XII, assieme a santa Caterina da Siena. Innanzitutto il suo nome di battesimo, che non era Francesco. Quando venne al mondo infatti, Pietro di Bernardone si trovava in Francia per lavoro e sua madre gli diede il nome di Giovanni. Quando però suo padre tornò ad Assisi, in onore di quel Paese che aveva fatto la sua fortuna, mise il nome di Francesco a suo figlio. Inoltre, quando si pensa ai padri della poesia, vengono subito in mente i nomi di Dante o Petrarca. E invece, col ‘Cantico delle creature’, la prima poesia in volgare della storia è stato Francesco a scriverla. Nelle sue prediche non solo era solito usare parole semplici che arrivavano diritte al cuore di chi lo ascoltava, ma a volte dialogava anche in francese. Figlio di un ricco mercante di stoffe preziose, e della nobile Giovanna Pica, era goloso di dolci. E anche dopo che rinunciò agli agi della cultura cortese-cavalleresca, spogliandosi di tutto per condurre una vita semplice e umile, quando glieli offrivano, accettava con piacere i mostaccioli di mandorle, miele e farina. Altra curiosità: nel 1220 Francesco, ritirandosi dall’Ordine, nominò come vicario Pietro Cattani, che però morì appena cinque mesi dopo. Il frate francescano defunto accordò dal cielo così tanti miracoli, che la zona divenne meta di numerosissimi pellegrini, al punto che lo stesso Francesco chiese in cielo a Cattani di cessare di compiere miracoli, e così avvenne. L’ultimo messaggio San Francesco lo lasciò in punto di morte a Santa Chiara: era cieco e non riusciva a proferire parola, talmente era consumato dalla malattia e dal dolore. Non potendo parlare né aprire gli occhi, prese allora un po' di cenere e la cosparse sul suo viso: fatto questo, spirò. I frati a quel punto, prima trasferirono il suo corpo nella Basilica e poi lo nascosero per evitare che finisse nelle mani dei saraceni. Ma si dimenticarono la posizione esatta della sepoltura, fino a quando nel 1818, dopo ben sei secoli, il corpo del Santo venne ritrovato. Papa Gregorio IX, il giorno seguente alla beatificazione di Francesco, proclamata il 16 luglio 1228, si recò ad Assisi dove fu lui stesso ad apporre la prima pietra della Basilica, sorta sul monte noto nel Medioevo come il ‘Colle dell’Inferno’. Ma che da quel momento venne ribattezzato ‘Colle del Paradiso’. Nasce oggi Tiziano Terzani nato il 14 settembre 1938 a Firenze. Giornalista e scrittore noto e apprezzato nel mondo, grande viaggiatore e profondo conoscitore del continente e della cultura asiatica. Ha scritto: “Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c’è più speranza”.
Maurizio Costanzo