Firenze, 21 novembre 2024 – Assessore Simone Bezzini, la sanità ha bisogno di soldi e si aumenta l’Irpef. Si fanno pagare più tasse ai cittadini, le sembra giusto?
“La domanda andrebbe rivolta a Meloni che sta soffocando la sanità pubblica, a differenza del presidente Giani che sta facendo scelte coraggiose e lungimiranti. Le risorse stanziate dal Governo sono insufficienti e ormai lo dicono tutti. In un momento difficile, le nostre decisioni puntano a evitare tagli ai servizi e alle prestazioni aggiuntive che altre regioni non offrono”.
Payback, la storia infinita. Alla fine come si mette: i soldi (tanti) arriveranno?
“La Consulta ha ritenuto legittima la norma, confermando la validità delle nostre scelte. Il Governo deve uscire dall’inerzia e aprire un tavolo con Regioni e imprese per assicurare le somme che spettano alle Regioni, mitigare gli effetti sulle aziende e riformare il meccanismo”.
Attese estenuanti, visite ed esami si prenotano alle calende greche. In Toscana va meglio che in altre regioni ma non ci si può accontentare del meno peggio. Come si risolve?
“La domanda di prestazioni sta crescendo e il Governo con il decreto liste d’attesa non mette un euro in più né individua una strategia per l’appropriatezza. Nonostante il quadro complesso riusciamo comunque a garantire l’83,9% delle visite e il 92,1% della diagnostica entro i tempi nazionali. Abbiamo approvato misure per l‘introduzione di sistemi di alert sulle liste chiuse, l’help desk per la corretta gestione delle preliste e stiamo definendo una progettualità con i medici di famiglia per la presa in carico di alcune prestazioni”.
Lei che voto dà alla sanità toscana e che voto dà all’assessore Bezzini?
“I voti non ci si autoattribuiscono. Prendiamo però atto delle valutazioni delle autorità nazionali. La Toscana è ai vertici dei Lea, con un miglioramento di un punto sull’anno precedente. Il Piano nazionale esiti non ci dice solo che Careggi è il migliore ospedale di Italia, ma che nel 2023 la sanità toscana su 20 indicatori è cresciuta in 13 ed è stabile su 7. Dopodiché siamo consapevoli che non esista una corrispondenza tra dati e soddisfazione degli utenti. Ci sono criticità sulle quali dobbiamo lavorare”.
Ci si avvicina alle elezioni, la sanità è un tema molto sentito. Lo vediamo anche nelle altre regioni. Quali sono gli assi nella manica del centrosinistra per la campagna elettorale?
“Sul diritto alla salute l’impegno ci deve essere sempre, indipendentemente dalle scadenze elettorali. Dobbiamo affiancare l’innovazione alla grande battaglia per le risorse, dando centralità alla prevenzione e ai nuovi modelli di assistenza. Solo per fare alcuni esempi. E’ partita la campagna di immunizzazione dei neonati dal virus respiratorio sinciziale che ha già coinvolto novemila bambini, con una riduzione attesa dell’80% dei ricoveri per bronchioliti. E’ entrato in funzione il 116117 e tra qualche settimana prenderanno avvio i primi Punti di accesso rapido. Con la delibera Nunziatina sono già stati rinnovati automaticamente oltre 2.000 piani terapeutici e nel 2025 contiamo di semplificare ulteriormente l’accesso ai dispositivi e agli ausili. Anche lo psicologo di base sarà esteso ad altri dieci territori. Per accompagnare le persone fragili o con cronicità verso il percorso più appropriato sono a regime le Centrali operative territoriali, alle quali si aggiungono gli investimenti nelle Case di comunità e Ospedali di comunità che andranno ad integrare gli 800 posti letto per le cure intermedie già attivi. Nel 2025 sarà implementata anche la telemedicina”.
Crede che le opere del Pnrr risolveranno i problemi? Si farà in tempo a realizzarle tutte, sembra che ci siano ritardi un po’ ovunque...
“Daranno un contributo. Per ora abbiamo rispettato il 100% dei target del Pnrr e siamo pronti ad affrontare criticità puntali, con la rimodulazione dei programmi. Ci aspettiamo che il Governo sostenga questo processo con risorse per nuove assunzioni”.