Dai turisti 15 milioni. Chi viene da fuori Ue in Toscana pagherà per intero le prestazioni sanitarie

Il governatore Giani: "Legge già esistente ma mai ben applicata: i soldi serviranno per il personale dei pronto soccorso e per abbattere le liste d’attesa"

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Il governatore toscano Eugenio Giani e l’assessore alla sanità Simone Bezzini (New Press Photo)

Firenze, 30 luglio 2024 – Non nega che ci siano problemi per le liste d’attesa. Né che i pronto soccorso soffrano per il sovraffollamento in parte determinato dagli accessi di chi dovrebbe trovare altrove risposte più adeguate in parte al numero dei turisti che gonfia le presenze sia nelle città d’arte sia nelle località di vacanza, in particolare sulla costa. E anche dal personale, all’osso, che fa l’impossibile. Il governatore toscano Eugenio Giani se la prende con il governo che "non ha concesso la possibilità di spendere, in deroga", con "le risorse assegnate all’interno del fondo sanitario" che "si esauriranno probabilmente entro ottobre".

Dunque? La ricetta è fare da soli. Prendere dalla casse regionali. Che già piangono. "Un’operazione che si dovrebbe concretizzare con la prossima variazione di bilancio, entro un mese". La manovra è legata anche a maggiori introiti che arriveranno contestualmente dai pazienti, turisti extra Unione Europea che, se privi di assicurazione, dovranno pagare di tasca le prestazioni sanitarie ricevute, a partire dai pronto soccorso.

Si tratta di una norma nazionale già in vigore, che di fatto non è mai stata applicata completamente in Toscana, mentre Regioni come Veneto, Emilia Romagna, Lombardia la fanno rispettare da tempo. "Con l’occasione – la delibera dovrebbe essere approvata nella seduta del 26 agosto – saranno omogenizzate anche procedure e le tariffe tra le varie Asl".

Le aree dove la pressione di turisti stranieri extra Ue nei pronto soccorso è maggiore sono Firenze, Pisa e alcuni ospedali della costa. L’idea è quella di prevedere meccanismi che garantiscano il pagamento obbligatorio delle prestazioni erogate dal sistema sanitario regionale toscano. Quello che ai turisti sarà chiesto – non agli stranieri con permesso di soggiorno o ai temporaneamente presenti – sarà la somma delle tariffe regionali delle singole prestazioni ricevute, un forfait giornaliero per il ricovero in osservazione breve intensiva e l’eventuale, successivo, costo di degenza nei reparti.

Niente sarà dovuto nel caso di malattie infettive, la cui cura e ricovero riguarda non solo la salute del singolo ma la prevenzione collettiva così come previsto dall’Organizzazione mondiale della sanità.

"A Santa Maria Nuova a Firenze come sulla costa – spiega il presidente Giani – una marea di turisti affolla i pronto soccorso. L’intervento è semplice: così come oggi se andiamo negli Stati Uniti sappiamo che dobbiamo farci un’assicurazione sanitaria è giusto che gli stranieri che vengono in Italia da un paese extraeuropeo facciano altrettanto, per un principio di reciprocità".

"Pensiamo di poter incassare circa 15 milioni all’anno – aggiunge Giani – risorse che potranno essere utilizzate per la giusta remunerazione del personale dei pronto soccorso e per abbattere le liste di attesa".

"I pronto soccorso vivono una fase complicatissima, per la carenza di personale e gli afflussi in crescita. Come assessorato stiamo lavorando su più fronti per alleggerirne il carico e farli funzionare al meglio", spiega l’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini. "Quanto al decreto liste di attesa del governo – prosegue l’assessore – confermiamo il giudizio radicalmente critico e negativo. Il governo non ci mette un euro in più di adesso, non ha una strategia sull’appropriatezza delle prestazioni e impone misure, da noi peraltro praticate da anni come, tra le tante, il Cup unico per le prestazioni nel pubblico e nel privato convenzionato, capaci di mettere ordine e assicurare maggiore trasparenza nella gestione ma che non si sono rivelate risolutive".

"Se avessimo avuto un pacchetto minimo di misure straordinarie e risorse dal governo – conclude Bezzini – le avremmo potute impiegare da subito. Rischiamo di vivere con affanno gli ultimi due mesi del 2024. Per questo stiamo pensando a un’implementazione del piano, non semplice, alimentato da risorse regionali.

I. U.