LUIGI CAROPPO
Cronaca

I conti in rosso della sanità toscana. Allo studio il ritocco Irpef ma sopra i 28mila euro

Il Bilancio regionale in bilico: forte passivo se non arrivano i soldi da Roma come ’ristoro’ per il mancato incasso del payback. Il centrodestra e Italia Viva attaccano : "No all’aumento"

Medici (foto di repertorio)

Firenze, 16 dicembre 2023 – Il bilancio della Regione in bilico. Se non arrivano i soldi da Roma, a parziale rimborso del credito vantato dalla Toscana per il payback, i conti della sanità andranno ad incidere pesantemente sulla manovra di fine anno. E l’ipotesi aumento dell’addizionale Irpef regionale, finora sempre scartata dal presidente Giani, potrebbe tramutarsi in realtà.

"Noi abbiamo un credito per il payback di 420 milioni dal 2019 al 2022, il ministro Speranza allora ce lo riconobbe e sto chiedendo che Schillaci faccia lo stesso. Ci aspettiamo il decreto altrimenti valuteremo il da farsi, ho bisogno di risposte perché poi andiamo ad approvare il bilancio" ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani parlando appunto del bilancio della sanità toscana per cui giovedì avrebbe dovuto incontrare il ministero della Salute Orazio Schillaci. "Ci siamo aggiornati per vedersi o sentirsi all’inizio della settimana" ha aggiunto Giani. Fin qui le dichiarazioni ufficiali. Ma c’è molto di più. Non si resta in attesa e basta. A Palazzo Sacrati Strozzi c’è fermento e preoccupazione. Che stavolta il governo di altro colore faccia lo sgambetto alla Toscana, non accolga gli appelli, non permetta il bonus credito nonostante il riconoscimento che la Toscana, dati Lea (i livelli essenziali di assistenza) alla mano, resta un’ammiraglia sicura per la cura, in particolar modo specialistica, e l’assistenza.

Ecco allora che Giani ha già riunito i dirigenti e i tecnici per parlargli chiaro. Al tavolo Paolo Giacomelli, direttore regionale Programmazione e bilancio, l’assessore alla Sanità Simone Bezzini, il direttore struttura Sanità Federico Gelli. Faccia seria e poche parole. Giani si sente scivolare il terreno sotto i piedi. "Spero che il ministro ci ripensi, ma l’ho sentito sfuggente nelle ultime ore, non vorrei fosse ostaggio di dinamiche politiche..." avrebbe detto ai suoi più stretti collaboratori. Intanto "bisogna prepararsi al peggio". E allora la strategia corre su un doppio binario. Primo ritoccare subito il contributo Irpef regionale, manovra da prendere in esame "a malincuore" secondo Giani; secondo contenimento della spesa sanitaria nel ’24 per consolidare il risparmio.

In questo fine settimana ci sarà da lavorare per mettere a punto le ipotesi di manovra. Giani ha dato indicazioni chiare. Obiettivo non incidere nelle tasche dei meno abbienti in Toscana. Secco il no ad aumentare la tariffa del bollo auto, si può incidere sull’aliquota Irpef regionale. Ma non per tutti. L’indicazione di Giani è quella di non toccare chi ha un reddito sotto i 28mila euro annui. Per il resto bisogna entrare nel dettaglio dei conti (se aumento uguale per tutti o a fasce). Certo è che alla Regione Toscana manca il tesoro payback. La Toscana nel bilancio 2023 deve riscuotere 420 milioni dalle aziende che producono e vendono dispositivi medici. In atto i ricorsi (adesso al Consiglio di Stato). L’anno scorso il governo aveva permesso con un decreto ad hoc di iscrivere a bilancio come credito 190 dei 390 milioni del payback (200 li aveva messi lo stesso governo). Alla Toscana mancano 460 milioni per il pareggio. Intanto per il 2024 è stato varata l’operazione tagli. La Toscana spende ogni anno circa 600 milioni di euro in dispositivi medici (dai bisturi alle siringhe alle protesi). La sforbiciata dovrà far risparmiare 200 milioni.

Si accende la polemica politica. "Se i toscani non si vedranno aumentare le tasse sarà solo merito del governo Meloni" dice il consigliere regionale FdI Diego Petrucci che farà l’ambasciatore toscano dal ministro Schillaci. "Se Giani si dovesse presentare in consiglio regionale con la richiesta d’incrementare le tasse, siamo pronti a fare un’opposizione durissima, sarà un Natale e Capodanno di mobilitazione, tutti in aula" dice la capogruppo leghista Elena Meini.

Replica il capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli: "Meini farebbe meglio a suggerire al ministro del suo partito di riconoscere alle Regioni un sacrosanto diritto in applicazione di una legge". E Stefano Scaramelli, capogruppo di Italia Viva: "Noi restiamo contrari ad aumenti di tasse. Graverebbero su quella classe media che spesso non riesce ad avere risposte nei tempi desiderati da parte del sistema sanitario". Italia Viva è pronta "ad affrontare una stagione di riforme del sistema sanitario partendo da una riorganizzazione della rete ospedaliera".