Firenze, 3 novembre 2024 – Nonostante i premi l’assistenza ospedaliera in Toscana non è tutta oro. Careggi, al top in Italia secondo il Programma nazionale esiti di Agenas, deve mantenere lo standard raggiunto e lavorare sulle criticità che, pure, ci sono.
Careggi è un ospedale da 1.157 posti letto, conta circa 290 accessi al giorno in pronto soccorso, 44mila ricoveri l’anno in regime ordinario e 14.500 in day hospital. I ricoveri programmati e in day surgery sono in crescita. E il lavoro delle sale operatorie ha superato i numeri del pre Covid, registrando un incremento del 5% degli interventi chirurgici rispetto al 2019. Ma anche gli altri presidi devono darsi da fare.
Mostra una Toscana a due velocità l’analisi dei dati effettuata dall’Agenzia regionale di sanità e sviluppata da Silvia Forni, Samuele Spinella e Fabrizio Gemmi. Dove si fanno pochi interventi le performance non sono d’eccellenza. Osserviamo nel dettaglio gli esiti clinici delle tre aziende ospedaliero-universitarie toscane e dei 12 ospedali di primo livello: Prato, Arezzo, Livorno, Pistoia, Empoli, Grosseto, Versilia, Massa, Lucca, Pontedera e, a Firenze, Torregalli e Ponte a Niccheri; la Fondazione Toscana Gabriele Monasterio di Massa è considerata in riferimento alla sola area clinica cardiocircolatoria. In valutazione anche gli altri 20 ospedali, solo per alcune specialità.
Sviluppato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali su mandato del ministero della Salute, il Programma nazionale esiti rappresenta un osservatorio permanente sull’assistenza ospedaliera che, attraverso l’analisi di vari fattori considerati chiave, consente di monitorare i trattamenti di provata efficacia e produrre evidenze su assetti organizzativi, modalità di erogazione e performance assistenziali.
Ambito cardiocircolatorio
Per mortalità a 30 giorni dopo angioplastica per infarto miocardico acuto, bypass aortocoronarico e sostituzione di valvole cardiache, la Toscana registra percentuali medie significativamente migliori di quelle nazionali, fatta eccezione per il post ricovero per scompenso cardiaco. Il trattamento di infarti con elevazione del tratto St (Stemi) entro 90 minuti dal ricovero (in aumento nel 2023) è di livello alto o molto alto in quasi tutti i centri: percentuali inferiori si registrano agli ospedali di Prato e Ponte a Niccheri. Per la mortalità post infarto i dati peggiori emergono agli ospedali di Cecina (10,5%) e del Valdarno (14,18%).
Ambito neurologico
Per mortalità a 30 giorni dal ricovero per ictus ischemico la Toscana si colloca tra le regioni d’eccellenza: tutti gli ospedali hanno valutazioni alte e molto alte. Relativamente agli interventi per tumore cerebrale, la mortalità a 30 giorni post craniotomia è del 2,84% sostanzialmente in linea con il dato nazionale di 2,60%.
Ambito chirurgia oncologica
La mortalità a 30 giorni dopo intervento chirurgico per tumore maligno del colon, la Toscana ha una media del 4,26%, leggermente superiore alla media nazionale del 3,47%, ma in discesa rispetto allo scorso anno; mentre dopo intervento chirurgico per tumore maligno del polmone si rileva un valore medio di 0,51%, inferiore al dato nazionale (0,79%). Tuttavia, 13 dei 28 ospedali sono valutati con livello di qualità basso nel Programma di Agenas per insufficienti volumi di intervento: cioè per tumore maligno del colon viene effettuato un numero di operazioni inferiore alla soglia definita da Agenas di 45 all’anno. E meno di 85 all’anno per tumore al polmone negli ospedali di Livorno, Grosseto e Pistoia. Per quanto riguarda la ripetizione di interventi entro quattro mesi dopo chirurgia per tumore maligno della mammella, la Toscana registra una media del 5,56%, in linea con la media nazionale del 5,64%. Tutti gli ospedali superano i 150 interventi all’anno, la soglia minima.
Ambito materno-infantile
Gli unici punti nascita in Toscana che effettuano un numero di parti inferiore alla soglia di 500 sono tre centri che operano in deroga al vincolo di volumi per la specificità dei bisogni e delle aree geografiche. In Toscana la percentuale media di parti con taglio cesareo (al netto dei parti gemellari o complicati) è del 15,96%, significativamente inferiore alla media nazionale del 22,66%. Per quanto riguarda la percentuale di parti naturali in donne con pregresso taglio cesareo, la Toscana raggiunge il 20,69%, un valore quasi doppio rispetto alla media nazionale dell’11,58%.
Ambito osteomuscolare
La Toscana mostra una percentuale superiore alla media italiana per gli interventi per frattura del collo del femore eseguiti entro 48 ore dal ricovero (61,90% contro il valore nazionale del 56,26%). Nel corso del 2023 questo indicatore è nettamente migliorato dopo le difficoltà post pandemia. Resta un divario tra i diversi ospedali: 11 strutture delle 26 in valutazione registrano valori inferiori al 60%.