ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Liste d’attesa, soldi finiti: caccia a nuovi fondi. Ipotesi pacchetti discount per andare dai privati

I 32 milioni dello Stato sono già tutti impegnati, la Regione cerca altrove. Il governatore Giani ha chiesto agli uffici di studiare misure straordinarie. A novembre scostamento di bilancio per l’attività aggiuntiva al personale

Sanità in Toscana, ancora molti nodi da sciogliere per abbattere costi e liste di attesa

Sanità in Toscana, ancora molti nodi da sciogliere per abbattere costi e liste di attesa

Firenze, 5 settembre 2024 – Il no di Roma a un ulteriore stanziamento ha messo la Toscana con le spalle al muro. I 32 milioni del fondo sanitario nazionale da destinare all’abbattimento delle liste d’attesa sono già tutti impegnati, la Toscana si era fatta avanti bussando al ministero della Salute per un rinforzino ma la risposta è stata negativa. Il governo, che pure ha fatto il decreto per l’abbattimento delle liste d’attesa, non ci ha messo dentro risorse. Motivo per cui le Regioni sono costrette a rimboccarsi le maniche, prima di restare in camiciola. Consapevole che la questione delle liste d’attesa è un grande problema da affrontare di petto, il governatore toscano Eugenio Giani ha dato mandato agli uffici di studiare un pacchetto di misure – in parte già in piedi – che consentirà di rastrellare risorse ulteriori per consentire di mettere in campo un pacchetto di azione straordinario.

Il capitolo della spesa sanitaria è un’annosa questione e, ormai è riconosciuto, con la domanda di salute in costante aumento è impossibile arrivare al pareggio di bilancio con i soldi che arrivano da Roma, motivo per il quale la Toscana si sta battendo con l’Emilia Romagna, con una mobilitazione e raccolta di firme, per portare i trasferimenti dello Stato alle Regioni al 7,5% del Pil (percentuale al momento destinata a scendere al 6% nel 2025) e per il superamento dei vincoli per la spesa del personale che non consente di fare assunzioni o, meglio, che obbliga a farle con il contagocce.

La partita della riforma della sanità territoriale per la Regione è una finale di Champions da vincere: la tenuta del sistema sanitario pubblico molto dipenderà dal risultato finale dell’operazione di riorganizzazione della medicina di prossimità, tra cure a domicilio, di fondamentale importanza per anziani e cronici, nuove case di comunità che possano trattare i casi lievi, l’avvio del 116117 tra pochi giorni. Nel pacchetto che ha in testa il governatore la prima misura è già al test sul campo: far pagare le prestazioni ai cittadini non comunitari (come i turisti americani), dai conti che hanno fatto gli uffici, dovrebbe portare nelle casse regionali tra i 15 e i 18 milioni.

Dunque, dove trovare altri soldi? A novembre sarà fatto uno scostamento di bilancio regionale per consentire di dare risorse aggiuntive alle aziende sanitarie e ospedaliero universitarie che serviranno per pagare l’attività aggiuntiva del personale sanitario per abbattere le liste d’attesa. Ora le aziende hanno le mani legate. Da uno studio effettuato con il Cup è emerso che le visite specialistiche sono cadenzate ogni mezz’ora. Un’altra delle ipotesi allo studio, già fallita in passato, è riuscire a fare entrare in un’ora tre visite, ma questo sarebbe possibile solo per alcune specialità. Lo studio più complesso è destinato alle convenzioni a tariffe agevolate per chi sceglie il privato. Una misura da vagliare con attenzione perché c’è un nomenclatore tariffario regionale che non si può eludere, anche se sono in corso valutazioni con il privato convenzionato e, in particolare, con il privato sociale, il mondo dell’associazionismo che offre volumi sempre più importanti di prestazioni, tra visite ed esami strumentali.