LORENZO OTTANELLI
Cronaca

Sant’Anna di Stazzema, nasce un podcast sull’eccidio. La tragedia e il dovere della memoria

Si chiama “Cenere” il progetto per tramandare alle nuove generazioni quanto accadde ottant’anni fa

Una celebrazione a Sant'Anna di Stazzema. Sull'eccidio nasce un podcast per tramandare alle nuove generazioni quanto accadde per mano nazista

Una celebrazione a Sant'Anna di Stazzema. Sull'eccidio nasce un podcast per tramandare alle nuove generazioni quanto accadde per mano nazista

Sant’Anna di Stazzema, 9 agosto 2024 – C'è una strage che è rimasta sopita per troppo tempo e che deve essere raccontata, sempre di più, per trasmettere anche alle nuove generazioni il ricordo di ciò che è accaduto 80 anni fa a Sant'Anna di Stazzema, il paese dei colli massesi, in quella pagina nera della storia recente che ha fatto centinaia di vittime civili, tra anziani donne e bambini. Il racconto della furia nazifascista trova per la prima volta il suo spazio in un podcast di 7 puntate: "Cenere. Le voci dell'eccidio dimenticato di Sant'Anna di Stazzema", disponibile da oggi su tutte le app più diffuse, da Spotify a Amazon Music , Apple Podcast e Spreaker, e creato dall'agenzia Capo Verso (per ascoltarlo ecco il link: https://linktr.ee/cenere.santanna.di.stazzema).

Un modo nuovo di portare le voci di chi quell'episodio lo ha vissuto in prima persona, da sopravvissuto, anche ai più giovani, che fruiscono di questa tecnologia più di ogni altra generazione. A presentarlo, oggi a Firenze a Palazzo Strozzi Sacrati, sono stati il produttore esecutivo Alessandro Bientinesi, il presidente dell'Associazione Martiri, Umberto Mancini, il direttore del Parco Nazionale della Pace, Michele Morabito, e la superstite Adele Pardini.

Un racconto necessario per tramandare una memoria storica, prima che si perda. Sant'Anna di Stazzema ha una sua storia particolare, perché in questa tragica vicenda a rimetterci la pelle sono i soli civili. Gli uomini e i partigiani se ne erano andati.

Speravano, così, di salvarsi e salvare le famiglie. E, invece, l'arrivo delle SS, accompagnate dagli squadroni fascisti, fu l'inizio della fine. La storia è diluita in sette puntate che contengono testimonianze uniche, alcune inedite, perché il ricordo ogni volta si fa più vivo negli occhi di chi racconta e che per molto tempo ha taciuto. Il progetto si intitola "Cenere" proprio per questo: la storia è rimasta sotto una coltre di cenere per quarant'anni, per poi essere finalmente riportata in vita e oggi vuole spiccare il volo per farsi racconto per tutti, come mostra anche il progetto grafico della copertina: la riproduzione della statua del paese, con una mamma che tiene in collo un bimbo che piange, attorno la cenere che si alza in volo, per trasformarsi in colombe.

Un segno di pace, perché il ricordo vuole essere anche questo: un monito per un mondo senza guerre. La storia di questo massacro ha dell'incredibile.

Ripercorrendo i fatti si comprende il significato di quel "dimenticato" del titolo. Solo a metà degli anni Novanta, infatti, si seppe la dinamica e si individuarono le responsabilità dei fatti del 12 agosto del 1944.

Tutto si deve alla scoperta dell'"Armadio della vergogna": 695 fascicoli depositati all'interno della Procura militare di Roma in cui erano ben descritte le stragi nazifasciste compiute dal giorno dell'Armistizio fino alla Liberazione. Poi, fu necessario aspettare il 2005 per vedere condannati gli ufficiali delle SS al comando di quella spedizione.

Per poi ottenere un ulteriore smacco dalla giustizia tedesca: il tribunale di Stoccarda archiviò l'inchiesta della strage. Oggi, però, la memoria dell'eccidio delle centinaia di civili è memoria storica condivisa, che, però, deve essere ancora trasmessa, anche a chi non avrà la possibilità di ascoltare in presa diretta le parole dei sopravvissuti.

"Dietro al nome ‘Cenere’ c’è più di un significato Il primo è più intuitivo e concreto, si rifà a quel che rimase di Sant’Anna al termine di quella mattina. Il secondo significato è invece più concettuale e proiettato verso il futuro.

Traumi e dolori così grandi bruciano una quantità di energia da generare una pesante cenere che può seppellire e avvelenare la memoria. Ma se si riesce a soffiar là sotto si trova la brace di una nuova rinascita. Pronta a riaccendere nuove voci e nuove vite», ha spiegato, per Capo Verso, il produttore esecutivo Alessandro Bientinesi.

"Come Associazione Martiri siamo ben lieti di questa iniziativa che serve a ricordare ciò che accadde in quel giorno di ottant'anni fa. Per anni Sant'Anna è stata lasciata in abbandono e il cambiamento è avvenuto nel tempo grazie anche alla presenza delle istituzioni come la Regione Toscana. Fino agli anni Settanta nessuno parlava di quello che era accaduto e anche a Firenze non ci credevano", ha detto il presidente Umberto Mancini.

Secondo Michele Morabito “Sant’Anna non deve continuare ad essere un cimitero, ma un luogo dove incontrarsi e parlare. I podcast sono strumenti destinati soprattutto ai giovani e mi auguro che Cenere possa servire a diffondere ancor più la memoria di quei tragici fatti”.

"Sant’Anna di Stazzema è un luogo sacro, quello che vi è accaduto ottanta anni fa deve continuare a restare scolpito nella memoria di tutti. Questa lodevole iniziativa nasce proprio per questo, per aiutare a ricordare e per far conoscere ad ancora più persone, soprattutto i più giovani, una delle pagine più tragiche dell’occupazione nazifascista in Italia. Ritengo che oggi, più che mai, in una situazione così incerta, il ricordo sia uno degli esercizi migliori per contrastare il ritorno dell’odio ed educare le nuove generazioni al rispetto e alla tolleranza", ha così scritto il presidente della regione, Eugenio Giani.