Stefano Brogioni
Cronaca

"Scaricata in strada da un’auto". La morte di Sara Scimmi, riaperta l’inchiesta

Ha una nuova pista il team di consulenti della famiglia della ragazza di 19 anni trovata senza vita nel 2017. La procura di Firenze nominerà un proprio perito per verificare la validità degli elementi portati alla luce

Sara Scimmi aveva 19 anni quando morì lungo la statale 429 a Castelfiorentino

Firenze, 9 marzo 2023 – Cosa è successo a Sara Scimmi prima che un mezzo pesante la travolgesse, la notte del 9 settembre del 2017, mentre si trovava distesa al centro della carreggiata della strada 429 a Castelfiorentino? Il team di consulenti della famiglia ha una nuova traccia da seguire e l’ha consegnata agli inquirenti: la 19enne sarebbe stata precedentemente scaricata da una macchina, rimasta sinora ignota, prima che il tir la investisse. Oggi, quell’auto avrebbe una targa, un colore, un modello. E un conducente. Per questo, la procura di Firenze, ha riaperto il fascicolo per omicidio che in passato era già stato aperto senza risultato. Il sostituto procuratore Ester Nocera nominerà a breve un proprio consulente, che avrà il compito di capire se effettivamente il lavoro svolto dai consulenti della famiglia ha un suo fondamento.

I nuovi elementi che potrebbero dare una svolta all’indagine emergono da una rilettura dei file video (recuperati da una stazione di servizio e presenti agli atti) effettuata dai consulenti della famiglia Scimmi: l’agenzia investigativa americana "Emme Team", già presente in altri casi di cronaca come la morte in Spagna del reporter Mario Biondo o l’omicidio di Marco Vannini, e l’avvocato Antonio Guglielmelli, hanno infatti trasmesso i risultati delle proprie indagini al giudice per le indagini preliminari di Firenze. E quest’ultimo ha disposto la riapertura del fascicolo. "Il caso venne in precedenza archiviato dalla Procura - informa una nota della famiglia -, ma lo scorso settembre l’avvocato Guglielmelli, per conto della famiglia Scimmi, presentò una denuncia presso la Procura di Genova, per omissioni d’atti d’ufficio, allegando a questa le nuove prove raccolte, dopo un anno di lavoro da parte dei consulenti Emme Team, tra le quali è emersa anche una manomissione della copia forense dello smartphone in uso alla vittima e l’identificazione di un’auto, presente all’interno delle riprese di videosorveglianza, che potrebbe aver trasportato Sara Scimmi fino al luogo dove perse la vita". "Avendo il team di consulenti, grazie alle tecnologie a disposizione negli Stati Uniti in materia di restauro video, scoperto il modello dell’auto coinvolta nella morte di Sara Scimmi, è stato finalmente possibile fornire alla Procura di Firenze anche la targa della vettura e l’identificazione del suo proprietario - proseguono -. Nel frattempo, nuovi testimoni di quella notte si sono fatti avanti e le perizie eseguite sui social network e sul telefono di Sara Scimmi, hanno permesso di acquisire elementi importanti. Dopo quasi sei anni, la famiglia ha l’occasione di portare a termine una lunga ed estenuante lotta per conoscere la verità ed ottenere giustizia". C’è un buco nell’ultima notte di Sara, e sta tra il suo allontanamento dalla discoteca e il momento del suo investimento.

Finora, l’unico imputato per la morte della 19enne è stato (ed è) il camionista Milko Morelli, 51enne di Santa Maria a Monte, che quella notte si trovò a passare sulla 429, in direzione Valdelsa, notò qualcosa che pensava fosse "un manichino" e nonostante un tentativo di frenata, non riuscì a evitarlo. In primo grado, nonostante una richiesta di condanna a cinque anni avanzata dal pm Alessandra Falcone, è stato assolto. Ma la procura ha impugnato e presto si tornerà in aula per il processo d’appello.