Grosseto, 27 dicembre 2024 – Nelle ultime notti ci sono stati molti avvistamenti in Toscana di file di puntini luminosi che attraversano il firmamento. Non si tratta di stelle cadenti, ma dei satelliti Starlink, una costellazione progettata per portare internet in ogni angolo del pianeta. Ma qual è il prezzo di questa tecnologia per l’astronomia e l’ambiente? Ne abbiamo parlato con Gianluca Masi, astrofisico e responsabile del Virtual Telescope Project di Manciano.
Professor Masi, cosa sono i satelliti Starlink e quale è il loro obiettivo?
«Starlink identifica un’importante costellazione di satelliti progettata da SpaceX, l’azienda guidata da Elon Musk. Il loro obiettivo è assicurare una copertura internet globale, portando la connessione anche nei luoghi più remoti. Il primo satellite è stato lanciato nel 2019 e oggi sono più di 7mila i satelliti in orbita. SpaceX punta a superare quota 40mila».
Questo sviluppo tecnologico presenta delle criticità?
«L’obiettivo è interessante, ma la fitta presenza di satelliti nello spazio comporta problemi significativi. Il più importante riguarda le osservazioni astronomiche: i satelliti in orbita bassa, come quelli di Starlink, che si trovano a circa 550 chilometri dalla superficie terrestre, interferiscono con le immagini ottenute dai telescopi. Questo provoca una perdita di dati scientifici, poiché molte immagini risultano inutilizzabili a causa delle tracce lasciate dai satelliti. Per la comunità astronomica è una questione critica, in quanto vengono inquinate le immagini ottenute per indagare sull'universo e magari anche per ricercare asteroidi potenzialmente pericolosi. E ciò soprattutto considerando che Starlink è solo una delle tante costellazioni in fase di sviluppo».
Cosa riserva il cielo per l’inizio del nuovo anno?
«Il 2025 inizia con grandi eventi astronomici. Avremo le meteore Quadrantidi, una spettacolare occultazione lunare di Saturno e una bellissima congiunzione tra la Luna e Venere. A metà gennaio, Marte sarà visibile a occhio nudo tra le costellazioni dei Gemelli e del Cancro, offrendo un’opportunità unica per osservare il pianeta rosso. Ammirare questi fenomeni in un cielo puro come quello di Manciano aggiunge un valore straordinario, sia dal punto di vista scientifico che culturale».
A proposito del cielo di Manciano: perché è così importante?
«Il cielo di Manciano è straordinariamente puro, il più incontaminato d’Italia. Questa condizione unica lo rende ideale sia per l’osservazione scientifica sia per l’esperienza culturale di ammirare un cielo come lo vedevano i nostri antenati. La sua posizione strategica nel centro Italia, la sua quota collinare e quindi accessibile, e l’assenza di inquinamento luminoso lo rendono una risorsa preziosa, sia per la scienza che per il turismo».
I progetti di realizzazione di impianti eolici mette a rischio il cielo più buio d’Italia?
«Sebbene io sia favorevole a tecnologie come l’eolico e il fotovoltaico per la transizione ecologica, è cruciale tener conto dell’oggettivo valore ambientale di un cielo puro. Questo parametro è riconosciuto a livello europeo come un elemento da tutelare. Distruggere una risorsa naturale unica, come il cielo di Manciano, per installare infrastrutture che potrebbero essere collocate altrove, sarebbe un paradosso».
Quali azioni ha intrapreso per proteggere questa area?
«Come responsabile del progetto Virtual Telescope ho presentato osservazioni al ministero competente per sottolineare l’importanza del cielo di Manciano, basandomi su una letteratura scientifica incontrovertibile. Il mio auspicio è che prima o poi l'area di Manciano venga eletta a “parco delle stelle”. Lo merita, ne ha le caratteristiche e diventerebbe un esempio virtuoso di convivenza tra scienza, fruibilità del paesaggio naturale, notturno in questo caso, turismo e buone pratiche sostenibili».