Pisa, 9 settembre 2024 - La glicina, un aminoacido fra i più semplici esistenti nell’organismo umano, potrebbe essere l’arma futura e la più economica per combattere la resistenza antimicrobica, una delle sfide attualmente più difficili in sanità a livello mondiale.
Da uno studio (consultabile a questo link) messo a punto in vitro nella sezione dipartimentale di Microbiologia batteriologica dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e pubblicato a giugno scorso su Microbioloy Spectrum, dal titolo “Glycine restores the sensivity to antibiotics in multidrug resistant bacteria” (a firma Cesira Giordano e Simona Barnini, direttrice della struttura) è emerso che la glicina, dosata in coltura secondo standard scientifici ben precisi in associazione ad alcune classi di antibiotici fra quelli maggiormente utilizzati contro i batteri MDR (MultiDrug Resistant), ossia betalattamici come i carbapenemi e le cefalosporine, e i polimixinici, è in grado non solo di esprimere la sua potenzialità battericida ma anche di risvegliare la sensibilità dei germi a questi antibiotici.