Le autrici dello studio: "Dati destinati a peggiorare"

L'allarme fu lanciato dieci anni fa dalle pagine di "Lancet"

“Con il diffondersi dell’antimicrobico resistenza - dichiara Simona Barnini - questi dati non faranno che peggiorare: ogni tipo di infezione avrà una elevata probabilità di sfociare in una sepsi, perché non opportunamente controllata dalla terapia appropriata. Sono ormai 10 anni che dalle pagine di Lancet fu lanciato l’allarme: si prevedeva che nel 2050 i morti per malattia infettiva provocata da batteri multi resistenti avrebbero raggiunto i 10 milioni di persone ogni anno, nel mondo, con costi astronomici sia in termini economici che sociali. Nel 2019, l’Organizzazione mondiale della sanità ha calcolato 1,27 milioni di morti direttamente attribuibili all’antimicrobico-resistenza e altri 5 milioni di morti correlate a questa. A questo quadro sconfortante, che ci riporta a epoche storiche pre-antibiotiche (e occorre ricordare che Fleming scoprì la penicillina meno di un secolo fa) – conclude - va aggiunta una riflessione sui progressi fatti in medicina, come quelli relativi ai trapianti e alle cure oncologiche, progressi enormi che rischiano di essere cancellati da una comune infezione, che non può più essere curata da un comune antibiotico”.

 

“Nel corso dei vari esperimenti condotti su ceppi batterici isolati da resti di campioni prelevati in pazienti ricoverati in ospedale – spiega Cesira Giordano - rispettando l’anonimato, sono stati studiati 154 batteri patogeni, scelti per le loro caratteristiche di resistenza agli antibiotici. Nel dettaglio, 10 isolati di Escherichia coli, 10 di Proteus mirabilis, 4 di Proteus vulgaris, 6 di Morganella morganii, 1 di Raoultella ornithinolytica, 60 di Klebsiella pneumoniae, 7 di Acinetobacter baumannii, 4 di Klebsiella oxytoca, 10 di Pseudomonas aeruginosa, 10 di Stenotrophomonas maltophilia, 10 di Enterobacter cloacae, 5 di Enterobacter aerogenes, 6 di Citrobacter freundii, 10 di Serratia marcescens, 1 di Yersinia enterocolitica e 1 di Enterococcus faecalis resistente ai glicopeptidi.  L’efficacia della glicina, sia da sola che in combinazione con gli antibiotici – conclude - è stata accertata su tutti i microrganismi saggiati”.

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