Studio non brevettato per consentire a tutti di farne tesoro. E' l'uovo di Colombo?

Adesso servono studi "in vivo", ma è una possibile rivoluzione

Batteri resistenti agli antibiotici, da Pisa la possibile svolta nella sfida del secolo

Ora servono studi in vivo che confermino l’efficacia di questo aminoacido contro le infezioni ma i risultati in vitro lasciano intravedere un possibile antidoto alla multiresistenza batterica e questa sarebbe una vera rivoluzione, oltretutto alla portata anche dei Paesi in via di sviluppo, visto il basso costo della molecola sul mercato.

Lo studio infatti non è stato brevettato proprio per consentire a tutti di beneficiare delle acquisizioni scientifiche emerse. Inoltre, se nella pratica clinica verranno confermate le aspettative della comunità scientifica rispetto a questo straordinario risultato della sperimentazione in vitro, sarà come aver trovato dopo anni una soluzione che era dietro l’angolo.

 

Le caratteristiche della glicina erano infatti già state studiate, come risulta dalla  letteratura scientifica nel secolo scorso. Era stato scoperto, fra le altre cose, anche un apparente paradosso, ossia che alcuni aminoacidi, oltre a promuovere la crescita batterica, in dose eccessiva producevano un effetto inibitorio proprio sulla crescita di diverse specie batteriche. Poi il filone di ricerca sulla glicina era stato abbandonato, ben prima della attuale diffusione a livelli spaventosi della multiresistenza batterica che, assieme alle infezioni nosocomiali, è la vera emergenza sanitaria mondiale sia per i Paesi ad alto reddito che in quelli in via di sviluppo, tanto che viene spesso definita “la pandemia silente”.

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