C'è una donna che quel 21 aprile 2023 ha visto tutto. Si tratta di un'addetta alle pulizie dell'ospedale, che in aula rivelerà di aver visto un uomo con una felpa nera e un cappuccio accanirsi con violenza sul corpo di Barbara Capovani. "Avevo la visuale ostruita da un albero - dice davanti ai giudici - ma era sopra di lei e c'era tanto sangue". L'arma del delitto viene ipotizzata in un bastone o in una sbarra di ferro, ma non verrà mai ritrovata. L'assassino, nonostante le grida dell'addetta alle pulizie, continua ad accanirsi con ancor più violenza sul corpo di Barbara Capovani. Poi, dopo aver compiuto il delitto, getta le scarpe sporche di sangue in un bidone dei vestiti usati e fugge.
CronacaLa brutale aggressione, i deliri dell'omicida, il processo e la sentenza. La storia del delitto Capovani