La perturbazione che ha investito la Toscana nella giornata di domenica ha avuto, com’era prevedibile, anche delle ricadute politiche. «Il maltempo – le parole del presidente della Regione Eugenio Giani – ha evidenziato una criticità legata all’esondazione delle fogne, piuttosto che ai fiumi, e ha messo in luce la necessità di intervenire sul potenziamento degli impianti fognari. Con i cambiamenti climatici, diventa sempre più importante adottare soluzioni strutturali per prevenire simili eventi. In questo contesto, è fondamentale che vi sia una costante attenzione al mantenimento delle vie d’acqua, ma ci tengo a sottolineare l’impegno e la tempestività con cui i comuni hanno risposto all’emergenza, dimostrando grande capacità di reazione. È un lavoro congiunto che richiede il contributo di tutti, con il supporto di misure e investimenti adeguati».
Giani ha poi collegato questa problematica alla gestione più ampia dei danni causati dalle recenti calamità viste alcune dichiarazioni di esponenti del centrodestra, come il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana Marco Stella che aveva detto che «ogni volta che piove più del previsto, assistiamo ad allagamenti di strade, abitazioni e aziende, e si contano i danni. Stavolta, rispetto allo scorso anno, è stata un’esondazione delle fogne ancora piene di foglie. Bisogna accertare le responsabilità».
«Domenica ci siamo trovati davanti a un fenomeno importante per la sua intensità – aggiunge l’assessora regionale alla Protezione civile Monia Monni –ma che non si è configurato nella maniera più assoluta come un’alluvione. Il sistema idrografico, infatti, ha retto, così come le opere di somma urgenza che sono state realizzate in questi mesi. A creare problemi, stavolta, è stato il sistema fognario che in molti casi non è adeguato all’intensità delle precipitazioni che il cambiamento climatico ci propone sempre con maggior frequenza».
«La Regione – conclude Giani – ha affrontato con tutte le risorse disponibili l’emergenza causata dall’alluvione del novembre 2023, ma il Governo non ha ancora fornito i fondi necessari per i lavori di ripristino, lasciando scoperti 1,1 miliardi di euro. Abbiamo scritto a marzo scorso, a ora nessuna risposta. Senza interventi immediati, il rischio di nuove crisi rimane alto. Il nostro appello al Governo è chiaro: non possiamo più aspettare, è urgente intervenire ora».
co.da.