Daniel, il primo paziente che ha testato la nuova protesi: "Un attimo prima avevo la mano, un attimo dopo non c'era più"

Scelto come volontario dello studio perché sentiva ancora la presenza della mano e i muscoli residui del suo braccio rispondevano alle intenzioni di movimento

Test sperimentali sulla protesi robotica: il paziente versa acqua in un bicchiere

Test sperimentali sulla protesi robotica: il paziente versa acqua in un bicchiere

Daniel, il 34enne che ha sperimentato per 6 mesi la protesi, ha perso la mano sinistra nel settembre del 2022. “Mi sono ritrovato all’improvviso senza una mano: un momento prima ce l’avevo e un momento dopo era completamente scomparsa”.

Daniel è stato scelto come volontario dello studio perché sentiva ancora la presenza della mano e i muscoli residui del suo braccio rispondevano alle intenzioni di movimento. Nell’aprile del 2023 Daniel è stato sottoposto a un intervento chirurgico per impiantare i magneti nel suo braccio. L’intervento è stato realizzato presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, grazie alla collaborazione di un team coordinato dal dottor Lorenzo Andreani dell'Unità operativa Ortopedia e Traumatologia 2, dalla dottoressa Manuela Nicastro della sezione Anestesia e rianimazione ortopedia e centro ustioni, e dal dottor Carmelo Chisari, della sezione Neuroriabilitazione.

“Si tratta di un progresso significativo nel campo della medicina protesica avanzata – dice il dottor Lorenzo Andreani – e l’intervento ha avuto successo grazie a un attento processo di selezione del paziente basato su criteri rigorosi. Una delle sfide più complesse è stata l'identificazione dei muscoli residui nella zona dell'amputazione, selezionati con precisione tramite le immagini della risonanza magnetica e dell'elettromiografia preoperatorie, anche se poi le condizioni effettive del tessuto a causa di cicatrizzazioni e fibrosi hanno richiesto un adattamento intraoperatorio”.

 

“Nonostante queste difficoltà – continua Andreani - siamo riusciti a completare l'impianto e a stabilire le connessioni: un successo impossibile senza la collaborazione di un team eccezionale che ringrazio, a partire dalla dottoressa Manuela Nicastro, responsabile dell’anestesia, agli infermieri che hanno lavorato con dedizione e professionalità, contribuendo in modo decisivo al buon esito dell’operazione, che rappresenta un importante passo avanti nella ricerca medica”. In totale sono stati impiantati sei magneti: per ciascuno di questi, si è dovuto localizzare e isolare il muscolo, posizionare il magnete e verificare che il campo dei magneti fosse indirizzato allo stesso modo. Una settimana di riposo per accertarsi che non ci fossero rigetti causati dall’operazione e poi Daniel ha potuto indossare e provare la mano robotica.

 

“Per rendere più facile la connessione tra il braccio residuo dove sono stati impiantati i magneti e la mano robotica, abbiamo realizzato una invasatura protesica in fibra di carbonio che contiene il sistema elettronico in grado di localizzare lo spostamento dei magneti” spiega Cipriani. I risultati della sperimentazione sono andati ben oltre le più rosee previsioni: Daniel è riuscito a controllare i movimenti delle dita, ha raccolto e spostato oggetti di forme diverse, ha compiuto classiche azioni quotidiane come aprire un barattolo, usare un cacciavite, tagliare con un coltello, chiudere una zip; è stato in grado di controllare la forza quando ha dovuto afferrare oggetti fragili.

 

“Questo sistema mi ha permesso di recuperare sensazioni ed emozioni perdute: è stato come muovere di nuovo la propria mano” racconta Daniel.

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