Nato a Prato nel 1963, Massimo Sestini è uno dei fotoreporter più in vista della scena italiana contemporanea. Con la sua macchina ha immortalato alcuni dei fatti di cronaca, costume, politica e società più celebri, in Italia e nel mondo. In quarant'anni di carriera a partire dal 1978, ha saputo immortalare uno spaccato della nostra epoca, alternando l'attività di reporter infiltrato e di fotografo ufficiale.
La sua prima mostra a Firenze, la città che l'ha poi adottato, nel 1980 riguardava ritratti di musicisti rock e si intitolava: "Un diciassettenne ed il suo obiettivo". Le sue fotografie sono uscite sulle prime pagine dei principali giornali italiani e internazionali, e oltre a mantenere una costante attenzione per la cronaca, fondando l’agenzia che porta il suo nome e allevando numerosi fotoreporter, si è dedicato ai grandi avvenimenti d’attualità. Sua caratteristica, quella di essere sempre sulla notizia, qualunque sia il mezzo per arrivarci, anche quando pare impossibile. Tant'è che il toscano è diventato particolarmente celebre per le foto aeree e in generale in situazioni al limite: noto per la sua capacità di imbarcarsi con reparti speciali, per sporgersi da elicotteri sostenuto da un’imbracatura, immergersi per riprendere l’esplosione di ordigni, volare su ogni tipo di aeromobile militare e civile, anche in questa occasione aveva scelto di spingersi nelle acque gelate del lago per un servizio fotografico, rischiando così la propria vita a favore dell'arte.
Nel corso della sua carriera, Sestini si è anche battuto più volte per la protezione del diritto d'autore sulle immagini. In particolare, la sua fotografia più celebre, Mediterraneum, che ha meritato il World Press Photo nel 2015, è stata più volte utilizzata impropriamente, strumentalizzata e manipolata da personaggi politici.