Arezzo, 22 luglio 2024 - Un decalogo di buone pratiche di comportamento, ossia cosa fare e cosa evitare per un approccio sicuro all’acqua. I dati parlano chiaro: con più di 1.000 incidenti in acqua all’anno, di cui almeno 400 mortali – solo nel nostro Paese, escludendo dal conto i morti in mare per naufragi sulle rotte migratorie –, con una prevalenza di adolescenti tra le vittime, con l’annegamento come prima causa di decesso da 0 a 4 anni d’età, il fenomeno assume una rilevanza sociale per nulla trascurabile. L’analisi dei casi punta inesorabilmente il dito contro l’inesperienza, la trascuratezza o la non conoscenza (più o meno inconsapevoli), e – soprattutto – verso la distrazione o la mancata sorveglianza da parte di adulti di riferimento cui è implicitamente demandata la vigilanza preventiva, l’autoprotezione e una maggior consapevolezza sul rapporto con l’acqua e sulle varie situazioni che si presentano. Ecco quindi un decalogo stilato dalla Misericordia di Arezzo riassuntivo di semplici suggerimenti – di sicura efficacia, comprovata da tutti gli enti preposti – su cosa fare e specialmente cosa evitare nel rapporto con tutte le acque di balneazione, dalla vasca da bagno di casa fino ai mari, passando per fiumi, laghi, piscine.
CronacaSicurezza in acqua, ecco il decalogo. Tutti i rischi da evitare (e due consigli extra)