"Oggi l’immobile di provenienza donativa non dà molte garanzie, né all’acquirente né alla banca che deve concedere un mutuo ipotecario perché gli eredi legittimari del donante (ossia il coniuge unito civilmente e i figli ovvero, in mancanza di questi ultimi, i genitori), se ritengono di aver ricevuto per successione meno di quello che spetta loro per legge, possono impugnare la donazione e, quindi, una volta vinta la causa, di fatto anche l’eventuale vendita del bene". "E non solo verrebbe pregiudicato l’acquisto – sottolinea il notaio La Marca – ma anche, in caso di richiesta di mutuo ipotecario alla banca, l’iscrizione dell’ipoteca su questo immobile". Questo "ostacola la commerciabilità economica dell’immobile perché più difficilmente una banca sarebbe disposta a finanziare un mutuo per l’acquisto di un immobile che è stato donato negli ultimi venti anni, se non ricorrendo a soluzioni costose quali lo scioglimento della donazione o la sottoscrizione di polizze assicurative".
Il nuovo disegno di legge “Semplificazioni“ mira a risolvere questo problema. "Non viene eliminata la possibilità di impugnare la donazione, ma viene eliminata la possibilità di pregiudicare la successiva vendita, evitando quindi che l’acquirente di un immobile donato possa subire un danno derivante da questa impugnazione. Allo stesso modo, la banca potrà concedere il mutuo senza temere di perdere l’ipoteca sul bene".