Firenze, 19 agosto 2024 - La truffa del momento arriva via Whatsapp. Si tratta di un finto messaggio in cui un presunto figlio (o figlia o nipote) chiede aiuto e soldi, a volte direttamente, altre attraverso un altrettanto falso avvocato, amico o conoscente. A parlarci di questo e altri raggiri dell’estate è Laura Grandi, presidente Federconsumatori Toscana.
Come agiscono i malviventi?
"Relativamente alla truffa del falso figlio/nipote ci sono alcune varianti, ma la sostanza non cambia: resta quella di far credere a un genitore o nonno, solitamente anziano e non troppo abituato agli strumenti informatici, che il proprio caro ha avuto un grave problema e ha bisogno di soldi. Si tratta di messaggi inviati in serie e in grandi quantità, che continuano purtroppo a funzionare in molti casi. A volte, nel primo messaggio, il truffatore si presenta direttamente come il figlio/figlia/nipote e spiega al genitore/nonno di aver cambiato numero di telefono e di avere, adesso, il numero dal quale scrive. Se la vittima crede a questa prima indicazione e sostituisce il numero in rubrica, la truffa diventa ancora più facile, a livello psicologico, perché visivamente, i messaggi successivi arrivano proprio a nome del figlio/nipote. In altri casi a scrivere è un presunto avvocato, oppure un falso esponente delle forze dell’ordine, che spiega come il figlio/nipote sia in ospedale o in prigione, quindi impossibilitato a rispondere, e abbia urgente bisogno di soldi. Infine, in base ai casi, la consegna del denaro avviene per vie telematiche oppure di persona».
È una truffa che funziona?
"Purtroppo, nonostante tanti incontri, corsi, campagne che abbiamo dedicato a questo raggiro, continua a funzionare e oggi resta uno dei più frequenti. Crediamo, peraltro, che il numero di chi denuncia sia molto inferiore a quello delle reali vittime, perché gli anziani si vergognano e preferiscono perdere i soldi che raccontare l’accaduto".
Esistono ancora le truffe a domicilio in cui falsi addetti che chiedono di proteggere l’oro nascondendolo in frigo, salvo poi rubarlo?
"Esistono ma sono meno frequenti. Oggi, fra le truffe a domicilio, la più diffusa è quella del falso pacco. Da quando si è fatta strada l’abitudine di ricevere prodotti direttamente a casa, tramite corrieri, i truffatori hanno colto al balzo l’occasione. Solitamente si presentano al campanello dicendo di avere un plico per un vicino assente, dopo aver letto il nome sul campanello, si fanno aprire la porta e poi, con una scusa, distraggono i padroni di casa e rubano quello che riescono a prendere. Esistono varie varianti del raggiro, ma il consiglio resta uno: non aprire la porta se non si aspettano pacchi, né accettare di tenere quello di un presunto vicino: il corriere può sicuramente passare una seconda volta o lasciare un messaggio al destinatario per accordarsi su una modalità di ritiro diversa".