Firenze, 23 gennaio 2023 – Si cominciano già a vedere le file ai benzinai. Gli automobilisti iniziano a fare scorte in vista dello sciopero del 25 e 26 gennaio. La Commissione di garanzia ha confermato la sua regolarità, ma ha anche chiesto alle associazioni di categoria “di valutare l'opportunità di ridurre la durata complessiva della chiusura degli impianti”. Ma di fatto i benzinai hanno risposto picche. “Abbiamo già ridotto lo sciopero, da 60 a 48 ore”, dichiara Federico Valacchi, presidente di Faib Confesercenti Firenze. “Ci dispiace per i cittadini, ma non possiamo fare di più, siamo costretti a scioperare perché il decreto del governo è inaccettabile”. I distributori di carburante rimarranno dunque chiusi dalle 19 del 24 gennaio alle 19 del 26 gennaio 2023. Coinvolti dallo sciopero sono 1.568 distributori in Toscana tra stradali e autostradali.
Gli impianti che restano aperti anche durante lo sciopero
Poiché il servizio di rifornimento carburante è considerato un servizio essenziale, anche durante lo sciopero del 25 e del 26 gennaio, la categoria deve garantire un minimo di stazioni di servizio aperte, pari a circa, nello specifico sul territorio fiorentino, il 12% sul totale. La percentuale infatti varia da territorio a territorio ed è calcolata sugli esercizi aperti nei turni festivi. In caso di sciopero deve infatti essere mantenuto in servizio sulla rete stradale urbana ed extraurbana un numero di stazioni di rifornimento non inferiore al 50%. In genere si tratta degli impianti completamente automatizzati, dove non c'è personale, chiamati 'ghost' (su Firenze ce ne sono per esempio due in via Senese, uno in viale Europa). Sull'autostrada le stazioni di servizio aperte devono essere una per ogni cento chilometri". Ci sono poi altri impianti che potrebbero risultare aperti durante i due giorni di stop. Si tratta di quei distributori gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere tramite gli appalti in servizi. “Noi come gestori spegniamo tutto, poi però – spiega Valacchi – qualche compagnia fa pressione sugli appaltatori, che hanno dei contratti llegali, rinnovati annualmente, dove gli operai, che di fatto sarebbero dei dipendenti, sono invece inquadrati a partita Iva, e in questo modo sono costretti a non scioperare”.
Ecco la lista di quelli aperti sulle autostrade toscane
La Regione ha comunicato la lista delle stazioni di servizio che si trovano sulla rete autostradale e che dovranno rimanere aperte in occasione delle sciopero proclamato dai benzinai dalle ore 22 del 24 gennaio alle ore 22 del 26 gennaio.
Ecco l'elenco:
- Autostrada A1, direzione Milano-Napoli Bisenzio-Ovest, km 280 Badia al Pino Ovest, km 362
- Autostrada A1, direzione Napoli-Milano Montepulciano Est, km 395 Arno Est, km 321 Firenze Nord, km 280
- Autostrada A11, direzione Firenze-Pisa Peretola Nord, km 2
- Autostrada A11, direzione Pisa-Firenze Migliarino Sud, km 79
- Autostrada A12, direzione Genova-Roma Castagnolo Ovest, km 164
- Autostrada A12, direzione Roma-Genova Fine Est, km 200
- Autostrada A15, direzione Parma-La Spezia San Benedetto Ovest, km 80
I motivi dello sciopero
Non è stato possibile scongiurare lo sciopero, dicono i benzinai. I tentativi di trovare un accordo con il governo sono falliti. Le associazioni dei benzinai domandano che il prezzo medio venga comunicato via web - per togliere l'effetto mediatico del dito puntato contro la categoria - e non tramite un cartello da esporre nei distributori. Inoltre le sanzioni, anche se ridotte, restano e i benzinai vogliono che vengano annullate. Più in generale gli esercenti chiedono un riordino complessivo del settore. Per questo lo sciopero resta confermato. "La cetagoria è piuttosto esasperata, quindi ci aspettiamo - dice il presidente regionale Figisc Confcommercio Marino Milighetti - un'adesione vicina al 100%".
Le proteste delle associazioni dei consumatori
Chiedono di revocare lo sciopero le associazioni di consumatori, pronte a scendere in piazza e a organizzare un contro-sciopero degli automobilisti. Codacons ha annunciato anche un esposto alla Procura della Repubblica di Roma affinché apra un'indagine sulla protesta indetta dai gestori delle pompe italiane. “Lo sciopero va revocato senza se e senza ma, perché sono venute meno tutte le motivazioni che hanno portato i gestori a indire la protesta”, afferma Assoutenti, che condivide le affermazioni del ministero delle Imprese e del Made in italy. ''Alla luce delle ultime decisioni del Governo non esiste più alcun motivo per scioperare - sottolinea il presidente dell'associazione Furio Truzzi - in quanto il decreto trasparenza è stato modificato così come richiesto dai benzinai, con l'eliminazione dell'obbligo di esposizione del prezzo medio giornaliero e la riduzione delle sanzioni per i distributori disonesti". "Perseverare sulla strada dello sciopero - prosegue - equivale ad arrecare un doppio danno ai cittadini che da un lato subiranno la chiusura di tutti gli impianti il 25 e 26 gennaio, compresi i self service e le autostrade, dall'altro non potranno contare sulle misure di trasparenza previste in un primo momento dal Governo ed eliminate su pressione dei benzinai”.