Firenze, 25 novembre 2024 – Aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici e investire nelle politiche industriali. Queste, in sintesi, le rivendicazioni di Cgil e Uil che venerdì 29 novembre 2024 scenderanno in piazza in tutta Italia per protestare contro la manovra di bilancio del Governo. Lo sciopero generale di otto ore interessa anche i servizi pubblici e privati della Toscana, ad esclusione dei treni, che circoleranno regolarmente. A Firenze si terrà la manifestazione regionale, che partirà da Santa Maria Novella attorno alle 9.30. Il corteo passerà da via dei Fossi, piazza Goldoni, lungarno Corsini, Ponte Santa Trinita, lungarno Guicciardini, lungarno Torrigiani e lungarno Serristori, per poi concludersi in piazza Poggi. Qui sono previsti gli interventi di Rossano Rossi, segretario generale della Cgil Toscana, di otto lavoratori, due pensionati e, infine, il comizio conclusivo di Ivana Veronese, segretaria confederale Uil nazionale.
Nella giornata di sciopero del 29 novembre, proclamato per 24 ore anche dal sindacalismo di base, Cobas e Cub organizzano una manifestazione a Firenze, con partenza alle 9.30 da piazza Puccini, che toccherà il cantiere di via Mariti per ricordare i morti sul lavoro e continuerà fino a piazza Dalmazia alla lapide dei senegalesi uccisi. Un percorso che, spiegano i due sindacati di base, “non vuole essere la passeggiata in centro proposta da Cgil e Uil, ma toccare luoghi simbolici della piattaforma di sciopero”.
Sciopero Cgil e Uil, i motivi della protesta
Lo sciopero generale di Cgil e Uil è stato proclamato contro la legge di bilancio, giudicata insufficiente e inadeguata ad affrontare le sfide del Paese. “Non vediamo assolutamente nessun risultato in termini salariali per il recupero del potere d'acquisto delle persone che rappresentiamo, dei lavoratori e lavoratrici e dei pensionati. Negli ultimi tre anni abbiamo perso il 15% del potere d'acquisto e non ci sono risorse per vedere una svolta, dichiara Paolo Fantappiè, segretario generale della Ui Toscana. “Non ci sono risorse nemmeno per lo Stato sociale e per la sanità. Non ci sono risorse per la scuola, per il trasporto pubblico. Non sono presenti risorse per le crisi industriali: in Toscana ne abbiamo diverse, dalla Beko a Siena fino a tutto il comparto moda - con oltre 100mila persone a rischio – e la meccanica, i servizi, il turismo. Non ci sono risorse per le politiche industriali e di riconversione per salvare posti di lavoro. Con la mobilitazione – conclude Fantappiè – vogliamo dare voce al Paese reale”.
Anche Rossano Rossi, segretario generale Cgil Toscana, ribadisce la necessità di scendere in piazza.“In Toscana non c’è provincia che non sia colpita da una grande crisi industriale senza che il Governo affronti adeguatamente la questione. La sanità, inoltre, soffre di fondi insufficienti a livello nazionale, costringendo i cittadini a interminabili liste d’attesa. Gli enti locali devono affrontare tagli milionari che ricadranno sui servizi, mentre i salari stagnano e, quando aumentano, sono comunque sotto il livello dell’inflazione”. Rossi critica anche il sistema fiscale, definendolo un “Robin Hood al contrario”, che colpisce i più deboli a favore dei più ricchi. “Non è accettabile che tutte le criticità ricadano su lavoratori, lavoratrici e pensionati. Mobilitarsi - conclude - è fondamentale per cambiare le cose”.
L’analisi di Ires Toscana sui costi della manovra
Ires Toscana ha realizzato uno studio che evidenzia i costi che la legge di bilancio avrà per la regione.
Salari: nel settore privato, gli stipendi in Toscana continuano a crescere di appena l’1,2% annuo, un dato inferiore all’inflazione. Rimane basso anche il numero medio di giorni lavorati (249 l’anno), un segnale della bassa qualità dell’occupazione e del largo utilizzo di contratti part-time. Nel settore pubblico, la situazione non migliora: i salari crescono solo del 2,6% annuo, mentre l’inflazione cumulata nel triennio 2022-2024 è del 7,4%. Inoltre, il rinnovo contrattuale con accordo separato non consente di recuperare pienamente il potere d’acquisto.
Sanità: il finanziamento sanitario si ridurrà progressivamente rispetto al Pil, passando dal 6,2% nel 2023 al 5,7% nel 2029. Tra il 2024 e il 2030, alla Toscana mancheranno 1,5 miliardi di euro. Nel frattempo, la spesa sanitaria per le famiglie continua a crescere: nel 2023 ogni nucleo familiare ha speso mediamente 1.470 euro per prestazioni e servizi, con un aumento del 25% rispetto al 2021 e superiore alla media nazionale.
Enti locali: le amministrazioni comunali subiranno un taglio complessivo di 85 milioni di euro tra il 2024 e il 2029, con un turnover limitato al 75%, che permetterà di assumere solo 3 dipendenti ogni 4 che escono. Inoltre, l’obbligo di accantonamento delle risorse per coprire i disavanzi comporterà almeno 250 milioni di euro in meno di investimenti in cinque anni.