Firenze, 7 dicembre 2024 – Grama la vita del pendolare, che il treno lo deve prendere perché non ha alternative o perché vuole evitare il caos del traffico, soprattutto a dicembre e soprattutto se si è diretti a Firenze. Un periodo difficile, tanto che anche l’assessore regionale Baccelli ha alzato la voce.
Vita difficile per più motivi. In ordine sparso: punto primo, gli scioperi. Ormai ce n’è uno a settimana, e per carità, lo sciopero è un diritto, ma presentarsi al lavoro è un dovere. Nemmeno il tempo di lamentarsi che ce ne sono già altri due all’orizzonte: quello più sostanzioso è previsto dalle 210 di giovedì 12 dicembre alle 21 di venerdì 13, indetto dal personale del Gruppo FS, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord. Sono garantiti i servizi essenziali dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21.
Poi ce n’è un altro lunedì 9 dicembre, dalle 9 alle 17, che riguarda personale di Trenitalia e Trenitalia Tper. In questo caso l’agitazione riguarda l’Emilia-Romagna ma potrebbero essere intaccate anche le corse che da Bologna portano a Prato e viceversa.
Secondo punto: i ritardi. I dati di ottobre, quelli che hanno fatto sbottare l’assessore Baccelli, sono stati tra i peggiori da molti anni a questa parte. I numerosi gruppi di pendolari presenti sui social sono ormai un diario quotidiano di cancellazioni e ritardi spesso mal comunicati, mentre la app dice una cosa i tabelloni sui binari ne dicono un’altra o tacciono fino all’ultimo minuto. Con casi davvero particolari, come ci racconta un pendolare della linea Firenze-Prato: “Prendo regolarmente, più volte alla settimana, il treno delle 18.06 da Campo di Marte a Prato. Non ricordo una sola volta che sia arrivato puntuale. Qualche giorno fa ero io in ritardo, pensavo che non avrei fatto in tempo, poi ho pensato: ma tanto sarà in ritardo, ho guardato la app e in effetti il treno aveva accumulato 17 minuti di ritardo in appena due fermate. Ogni giorno così: alla fine dell’anno sono ore di vita che noi pendolari regaliamo a questa gestione del traffico ferroviario”.
Terzo punto: le novità che non migliorano la vita. O meglio, lo fanno ma con delle pecche che si potrebbero facilmente risolvere. E’ il caso dei biglietti chilometrici: un tempo esistevano i biglietti da 10, 20 chilometri e superiori che non avevano né data né partenza/destinazione. Si annullavano semplicemente timbrandoli. Non ci sono più ed è un problema. Sentite questa: “Sono arrivato alla stazione e il treno era in ritardo – spiega sempre lo stesso pendolare di prima – Ho pensato: bene, così posso prendere questo invece di aspettare il prossimo tra più di mezz’ora. Il problema è che per la app di Trenitalia quel treno, ritardo o no, era previsto per la sua ora e oltre a quella non si può più comprare il biglietto. Se non c’è il tempo di andare alla biglietteria, posto che sia presente nella stazione in questione e che sia aperta, non c’è alternativa: non si può comprare il biglietto. Io, essendo una persona onesta, ho comprato il biglietto per il treno successivo che quindi ha lo stesso importo e appena salito a bordo l’ho fatto presente alla capotreno, che mi ha risposto con cortesia: non si potrebbe, ma va bene. Ecco, a me invece non va bene: io pretendo di essere in regola, non voglio che mi si faccia una cortesia. Esigo di essere in grado di poter comprare un biglietto: siamo nel 2024. Se non si può sistemare la app in modo da acquistare il ticket a qualsiasi ora, almeno che siano ripristinati i biglietti chilometrici per le tratte regionali. Quando ero studente ne tenevo sempre qualcuno nel portafogli pronto all’occorrenza”.