Pontedera, 15 marzo 2025 – Circa 30 milioni metri cubi di acqua. È quanto in un pomeriggio è passato dallo scolmatore dell’Arno a Pontedera. Una imponente quantità di acqua, pari a circa 12mila piscine olimpioniche, tolta dal naturale corso del fiume per abbassare il livello della piena in arrivo da Firenze e quindi proteggere l’abitato di Pisa e le aree circostanti.
"Con l’apertura – ha spiegato sui social il presidente Eugenio Giani – lo scolmatore ha letteralmente abbattuto l’ondata di piena dell’Arno che stava salendo, riducendo il colmo di piena sul Pisano insieme alle casse di espansione di Roffia, a San Miniato, realizzate solo qualche anno fa”. “È un’opera strategica della Regione Toscana – ha evidenziato il governatore – che ha salvato il territorio da terribili esondazioni. Inizia con le opere di presa a Pontedera e termina in mare a Calambrone. Ci abbiamo investito nella costruzione e continueremo a farlo nella manutenzione e nello sviluppo perché è fondamentale per la salvaguardia di tutta la comunità”.

Come funziona lo scolmatore dell’Arno a Pontedera
Il progetto dello scolmatore, un canale lungo oltre 28 chilometri che parte da Pontedera e finisce in mare a Calambrone al confine tra i comuni di Livorno e Pisa, fu avviato nel 1953. La realizzazione fu portata a termine nel 1987, anche se il canale era già funzionante nel 1972 con una portata ridotta pari a 500 mc/s (rispetto ai 1400 mc/s di progetto). Il costo complessivo dell’opera fu di 64 miliardi di lire.
Lo scolmatore, grazie all’abbassamento delle paratie, permette di far defluire il corso di parte dell’Arno e così ridurre la portata del fiume. Nel canale confluiscono diversi corsi d'acqua provenienti dall'entroterra pisano e livornese, tra cui il torrente Tora, situato nei pressi di Mortaiolo, e il Fosso Reale. Nell'ultimo tratto, poco prima di sfociare nel mar Tirreno, vi si immettono anche il Canale Imperiale, emissario del Lago di Bientina, e il Canale dei Navicelli. Inoltre, per prevenire il reflusso delle acque dell'Arno verso il Padule di Fucecchio attraverso l'Usciana, nel 1986 è stato realizzato un bypass. Questo sistema, grazie a un canale ausiliario sotterraneo che attraversa l'alveo dell'Arno, consente il deflusso delle acque del padule direttamente nello scolmatore.

"Senza lo scolmatore l’acqua sarebbe tracimata in centro a Pisa”
Il sindaco di Pisa Michele Conti ha sottolineato l’importanza dello scolmatore: “La nostra città è rimasta in sicurezza grazie allo scolmatore, opera realizzata negli anni 50/60 da un lungimirante governo che ebbe l'intuizione di preservare la nostra città dalle alluvioni. Se non ci fosse stata questa opera di difesa idraulica avremmo avuto enormi problemi, perché con piene come quella di ieri l'acqua sarebbe tracimata in centro città come avveniva in passato. Quest'opera fu concepita dai governi democristiani nel Dopoguerra, nel 1966 non era ancora funzionante e creò i problemi che ben ricordiamo. Negli anni '70, dopo la sua entrata a regime non ci sono stati più situazioni simili”. "La città è stata messa in salvo - ha aggiunto Conti - per la seconda volta, da quando sono sindaco, la prima fu nel 2019 e devo dire che, in entrambe le esperienze questo è stato possibile grazie all'ottima macchina del Genio Civile. Da questa situazione dobbiamo imparare una lezione: la macchina è ben rodata ma bisogna investire in azioni contro il dissesto idrogeologico. Tutti gli enti preposti progettino opere importanti. Lo scolmatore funziona ma ha bisogno di essere ammodernato in alcune sue parti e qui la Regione deve fare la sua parte e adeguarlo ai tempi. Bisogna investire risorse su quel canale per mettere in sicurezza la città. Bisogna inoltra disporre un grande piano che riguardi le zone golenali perché non vi siano abitazioni: le famiglie devono essere indennizzate e trasferite altrove per non ripetere più situazioni come quelle di ieri sera, quando per la loro sicurezza sono state evacuate".
Cassa di espansione di Roffia
Ma lo scolmatore non è stato l’unico strumento utilizzato per far fronte all’emergenza legata al maltempo. Il presidente Giani ha annunciato ieri, venerdì 14 marzo, l’apertura delle casse di espansione del bacino di Roffia, situato lungo l’Arno a San Miniato, una mossa strategica per contenere l’ondata di piena e ridurre i rischi per le aree circostanti. La cassa di espansione è stata progettata per ridurre il rischio di esondazioni nel tratto medio-inferiore del fiume, in particolare nelle zone di Santa Croce sull'Arno e Fucecchio.
La cassa di espansione ha la funzione di raccogliere temporaneamente le acque del fiume in caso di piena, per poi rilasciarle gradualmente quando il livello del fiume torna sotto la soglia di sicurezza. Questo aiuta a prevenire allagamenti a valle, soprattutto nelle aree densamente abitate e produttive.