ELENA MARMUGI
Cronaca

L'associazione Penelope: "Così sosteniamo le famiglie di chi è scomparso nel nulla"

Oltre mille le persone che sono sparite nel nulla in Toscana dal 1974 a oggi. L'intervista al presidente del gruppo, formato da volontari, che ogni anno assiste moltissime persone

L'avvocato Nicodemo Gentile, presidente dell'associazione "Penelope" Toscana (Foto Frascatore)

Firenze, 30 ottobre 2015 - Il dramma che avvolge la vita di chi resta, di chi vede sparire da un giorno all'altro una persona cara che, nella peggiore delle ipotesi, spesso viene ritrovata morta. Una tragedia viva che si consuma ora dopo ora alleviata, in piccola parte, forse solo dalla speranza. Quella che in fondo muove i familiari, gli amici, le associazioni a non smettere di cercare, a non rassegnarsi. Quella flebile ma decisa intuizione che non fa rassegnare e, in qualche caso, dà motivo di vita alle persone che si ritrovano da sole a combattere affinché non si fermino le ricerche. "Per tutte queste persone noi ci siamo, sempre". L'avvocato Nicodemo Gentile, presidente dell'associazione "Penelope" Toscana, ribadisce l'impegno quotidiano e lo sforzo che soci e volontari fanno per alleviare le pene di familiari e amici degli scomparsi. L'associazione raduna proprio i familiari e gli amici delle persone sparite nel nulla.

Presidente, quante sono le persone scomparse in Toscana? 

"Secondo l'ultimo censimento, che risale al 2013, sono 1093 dal 1974 a oggi ma il numero negli ultimi due anni è aumentato. In Italia invece, sempre dal '74, sono trentunomila". 

Quante persone si sono rivolte a voi in questo ultimo anno nel quale ha preso le redini dell'associazione? 

"Sono tantissime le famiglie che chiedono aiuto, molti vengono anche da fuori regione". 

Che tipo di servizi offrite? 

"Il nostro è un impegno a 360 gradi. Accogliamo chi si rivolge a noi assistendolo sia sul piano legale che, qualora serva, su quello psicologico. Il tutto gratuitamente"

Riuscite a far fronte a tutte le richieste? 

"Sono davvero molte ma cerchiamo, grazie alla rete dei nostri volontari e dei soci - 42 persone tra direttivo e soci - che per la maggior parte sono familiari degli scomparsi, di aiutare tutte le persone che si rivolgono a noi".

Chiedere aiuto a Penelope è un primo passo, cosa succede dopo? 

"Noi siamo un ponte tra le istituzioni e i cittadini che si trovano a dover fronteggiare queste siatuazioni. Ogni caso è diverso ma per tutti prendiamo immediatamente contatto con le prefetture, sempre molto recettive e sensibili ai casi di scomparsi, che a loro volta attivano un piano di ricerca. E anche nel caso in cui la persona sia scomparsa da molto tempo tentiamo di riattivare la macchina e riportare all'attenzione il caso affinché nulla sia trascurato".

Un traguardo raggiunto e uno per il quale state lavorando? 

Sicuramente un'importante battaglia vinta riguarda la promulgazione della legge 203/2012: è stata ampliata la possibilità di denuncia di scomparsa dai familiari a chiunque. E' una legge fortemente voluta da "Penelope". Stiamo lavorando ancora, e durante il convegno "Dentro la scomparsa" del 26 settembre abbiamo lanciato l'idea, per mettere insieme un team di specialisti, provenienti da varie aree di competenza, che si occupi delle persone scomparse fronteggiando l'emergenza immediatamente, con tutte le forze in campo da subito. La tempestività nelle ricerche è importantissima".

Quando pensiamo a casi "eclatanti" di persone scomparse in Toscana viene subito in mente quello di Roberta Ragusa, di Guerrina Piscaglia o del signor Sergio Russo, scomparso da Prato nell'aprile scorso

"In realtà non esistono casi più o meno eclatanti, non c'è differenza. L'attenzione che impieghiamo per una persona è la medesima che impieghiamo per tutti. Certo, alcuni casi vengono evidenziati dai media soprattutto quando dietro si presume che ci sia un delitto ma il nostro lavoro è rivolto verso tutti in uguale misura".