Federico D’Ascoli
Cronaca

Scontrini da incubo, si portano la torta da casa. Il ristorante: 58,50 per tagliarla

Il caso in un locale di Arezzo. Il dolce era un regalo per la nonna. La nipote: "Presa in giro". Il titolare: "Non chiediamo il coperto e abbiamo le spese della lavastoviglie. Vanno recuperate"

Jessica Geca e nel riquadro lo scontrino dopo la cena al ristorante. Alla voce "dolci", la cifra di 58 euro per il solo taglio della torta

Jessica Geca e nel riquadro lo scontrino dopo la cena al ristorante. Alla voce "dolci", la cifra di 58 euro per il solo taglio della torta

Arezzo, 27 agosto 2024 – “Mi hanno presa in giro: è una questione di principio. Non si possono pagare 58 euro per farsi tagliare una torta di compleanno, l’ho fatto presente ai camerieri: mi hanno detto che in quel ristorante funziona così". Jessica Geca è una giovane aretina che ha mostrato sui social uno scontrino da 659,10 euro complessivi di cui 58,50 alla voce dolce. Con un particolare: la torta di panna e cioccolato era stata portata al ristorante dalla famiglia. Comprata in precedenza, nella pasticceria preferita, a 45 euro: un regalo per la nonna che aveva chiamato i parenti più cari a festeggiarla in un bel locale di campagna alle porte di Arezzo.

Si dice che essere in 13 a tavola non porti bene come al Totocalcio: in questo caso ha provocato una spesa per il servizio del dolce, 4,50 euro a testa, per un costo complessivo di 13 euro rispetto al prezzo per realizzarlo.

Jessica Geca, giovane imprenditrice aretina ha prima chiesto chiarimenti al ristorante, poi si è sfogata sui social ed è diventata virale. Una vicenda che la porterà oggi sugli schermi di Canale 5 grazie a un post su Facebook dopo la disavventura a tavola.

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"Non mi aspettavo così tanto clamore: considero quella cifra spropositata per il servizio svolto e per questo ho voluto mostrare lo scontrino in un gruppo Facebook. Accompagnavo alla cassa mia nonna che voleva pagare a tutti i costi: chi mi ha fatto il conto mi ha spiegato che è un’abitudine del locale mettere un costo per servire il dessert. Secondo me è un’esagerazione".

Il titolare del ristorante, pur chiedendo l’anonimato, ammette che quella è la regola che forse poteva essere applicata in maniera meno rigida per evitare il calderone social. "Premetto che non facciamo pagare il coperto e offriamo piatti di nostra produzione: a carico del locale ci sono le spese del cameriere e della lavastoviglie. Le dobbiamo recuperare".

È evidente che i 58 euro incassati si sono rivelati un boomerang: "La regola di ogni ristorante è che i clienti se ne vadano soddisfatti per poi tornare: meglio 50 euro in meno che un’incomprensione che ci danneggia" conclude il ristoratore aretino.

È giovedì sera quando il gruppo di famiglia festeggia i 60 anni della nonna di Jessica. Chiede prima se la torta può portarsela dalla pasticceria di fiducia: la risposta del ristorante è sì. Il dolce che viene servito a tutti, fino al momento del conto, quando la giovane sobbalza: non tanto per il totale, 659 euro e dieci centesimi (che corrisponde a una media di poco più di 50 a persona) quanto per la voce relativa alla torta: 58 euro appunto per tagliarla e portarla in tavola. L’imprenditrice protesta ma le viene risposto che quella è la regola del locale. Segue un post su un gruppo Facebook aretino per scatenare una valanga di commenti.

Non sono poche le vicende che hanno riguardato di recente gli scontrini esosi. Da Como, dove un avventore si è visto caricare un sovrapprezzo di 2 euro dal bar per aver chiesto di tagliare a metà un toast, e la mamma che a Finale Ligure ha trovato in uno scontrino la voce "piattino condivisione" richiesto per dare una forchettata di trofie al pesto alla bambina. E poi c’è chi, per una colazione tra amici in Piazzetta a Capri, si è visto presentare un conto di 78 euro. La comitiva di sei persone aveva consumato tre caffè, due latti macchiati, un cappuccino e cinque cornetti. Ma non mancano i 2 euro per farsi scaldare al microonde il biberon del latte per un neonato, i 50 centesimi per il ghiaccio nel caffè e 10 centesimi per una spolverata di cacao nel cappuccino. Fino alla catalana da 1400 euro con quattro aragoste, servita qualche tempo fa in Versilia. Un conto talmente indigesto da essere finito con una denuncia al ristoratore.