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Scuola, riforma del voto: con il 5 in condotta scatta la bocciatura

La riforma Valditara punta a far leva sul voto in condotta per arginare gli episodi di pesante indisciplina da parte degli alunni. Novità anche per i tecnici e professionali

Banchi di scuola (foto repertorio Ansa)

Firenze, 19 settembre 2023 - Insufficienza in condotta? Bocciatura automatica e, se l’alunno è in quinta superiore, non ammissione alla Maturità.

Le novità

Della riforma della scuola che porta il nome dell’attuale ministro, Giuseppe Valditara, a fare più notizia è la modifica legale del voto in condotta, che viene introdotto anche alle medie. Lo studente che non raggiunge la sufficienza è bocciato o non ammesso all’esame di Stato.

Chi invece si ferma al 6 in condotta viene rimandato a settembre, con l’obbligo di presentare «un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale» (per chi è all’ultimo anno, l’elaborato entra a far parte dell’esame). Ma c’è di più. Nel disegno di legge approvato dal consiglio dei ministri si legge che il voto in condotta influirà sul voto finale di maturità: solo chi ha 9 o 10, quindi solo chi si è comportato sempre bene, potrà sperare di avere il punteggio massimo.

Quando scatta il 5 in condotta

Non solo «in presenza di atti violenti o di aggressione nei confronti del personale scolastico e degli studenti» ma anche per gravi e ripetute violazioni del regolamento d’istituto. Insomma, un pesante giro di vite per contrastare certi episodi decisamente preoccupati che sempre più spesso trovano spazio nelle pagine di cronaca.

Cambiano anche le sospensioni: l’alunno che deve stare a casa per due giorni svolgerà attività sui temi legati ai comportamenti sbagliati messi in atto, con tanto di elaborato finale. Nel caso di sospensioni lunghe, dovrà svolgere volontariato in strutture convenzionate.

Novità per i tecnici e i professionali

Il Ddl dà poi il via ad un ampio progetto di riforma dell’istruzione tecnico-professionale facendo nascere una nuova “filiera formativa tecnologico-professionale”, destinata a coinvolgere in un’ottica di “campus” istituti tecnici, istituti professionali statali, percorsi Ifts, IeFp regionale e Its Academy. Il progetto partirà come sperimentazione dal 2024-25 e potrà coinvolgere fino a un massimo del 30% degli istituti tecnici e professionali attivi sul territorio regionale.

“Vogliamo dare un futuro ai tanti giovani che non ce l’hanno, o che non ce l’hanno adeguato alle loro professionalità e ai loro talenti e, al tempo stesso, spingere la competitività del nostro sistema produttivo, che altrimenti rischia una brusca frenata”, ha detto Valditara.

I punti della riforma

La riforma si basa su una serie di punti cardine: percorsi quadriennali; rafforzamento delle materie di base (in particolare italiano e matematica); apprendistato formativo e più alternanza scuola-lavoro di qualità (potrebbe arrivare fino a 400 ore nel triennio); docenze di esperti provenienti dal mondo produttivo e professionale per ampliare l’offerta didattica; spinta all’internazionalizzazione con più scambi internazionali, visite e soggiorni di studio, stage all'estero.