Scuola in sciopero il 31 ottobre. Cgil: “Basta precariato, più investimenti”

“Oltre un quarto dei docenti e del personale Ata lavora con contratti a tempo determinato e questo crea gravi ripercussioni sia sulla qualità della didattica sia sulla vita dei lavoratori”

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Scuola, sciopero il 31 ottobre 2024

Firenze, 23 ottobre 2024 – Il personale docente e Ata scende in piazza. Il 31 ottobre sarà una giornata di protesta per tutti gli operatori del ‘comparto istruzione e ricerca’, dunque scuola e università.

La giornata di sciopero è stata proclamata dalla Flc-Cgil, che denuncia ancora una volta una “totale mancanza di attenzione da parte del governo e del ministero su temi chiave come retribuzioni, stabilizzazione del personale e condizioni di lavoro”. Il governo, denuncia il sindacato, “ha stanziato fondi che coprono appena un terzo dell'inflazione per il triennio 2022-2024, pari a un aumento medio lordo di 135 euro al mese, mentre le richieste sindacali puntano ad ottenere almeno 400 euro. La differenza si traduce in una perdita di circa 270 euro mensili per ogni lavoratore, che equivale a 3.500 euro l’anno”. I precedenti aumenti contrattuali, come quello natalizio dello scorso anno, “hanno già deluso le aspettative”, e il “nuovo "pacco" di soli 55 euro lordi medi mensili rappresenta, secondo i sindacati, un'ulteriore svalutazione del lavoro degli insegnanti”, rimarca la Cgil, ricordando come l’Italia sia tra i Paesi che meno pagano i propri docenti. Un altro problema annoso riguarda il precariato.

“Oltre un quarto dei docenti e del personale Ata lavora con contratti a tempo determinato e questo crea gravi ripercussioni sia sulla qualità della didattica sia sulla vita dei lavoratori”, attacca la Cgil, che chiede un “piano straordinario di assunzioni per coprire tutti i posti vacanti, la stabilizzazione del personale e l’adeguamento della normativa italiana a quella europea, che richiede la cessazione dell’abuso di contratti a termine”. Ad essere particolarmente colpito dal precariato è il settore del sostegno. Insomma, gli alunni più fragili, per i quali la continuità didattica sarebbe particolarmente importante, sono quelli che invece più spesso cambiano i docenti di riferimento. Ancora, il personale Ata “è in lotta per ottenere aumenti contrattuali e un piano straordinario di assunzioni, poiché molti posti liberi non vengono coperti”. Tra le altre richieste, l’interruzione dei tagli agli organici legati al dimensionamento scolastico, la proroga dei contratti per i progetti del Pnrr fino al 2026 e l’estensione della figura dell’assistente tecnico in tutte le scuole del primo ciclo.