Livorno, 18 maggio 2024 – E’ un adesivo che raffigura la bandiera italiana ad aver fatto scoppiare il caso delle Topolino di Fiat-Stellantis. La nuova auto elettrica del gruppo torinese è una profonda rivisitazione in chiave moderna di quella che fu la Topolino prodotta tra il 1936 e il 1955 dall’allora Fiat.
Un centinaio di esemplari sbarcati a Livorno e pronti a essere commercializzati sono stati sequestrati dall’Agenzia delle Dogane. Il punto è che l’auto viene indicata come italiana anche se prodotta in Marocco: questo ha fatto scattare i sigilli. Il sequestro ha riguardato 119 Topolino e 15 Topolino dolcevita, un modello più da spiaggia.
Un’auto che entrò nel mito, che rappresentò un feticcio per gli italiani, uno status symbol per la classe media di quel periodo. Ai giorni nostri la nuova Topolino è un’auto completamente elettrica e che possono guidare anche i quattordicenni con il patentino in quanto quadricicli. Costa 7500 euro circa.
Guardia di Finanza e Agenzia delle dogane e dei monopoli hanno contestato a Stellantis la vendita di prodotti industriali con segni mendaci, in quanto le vetture erano state prodotte in Marocco pur se l’autovettura ha un adesivo che raffigura la bandiera italiana.
Le vetture, destinate alle concessionarie automobilistiche per essere commercializzate sul mercato italiano, si trovano ora in stato di deposito giudiziario ai terminal Leonardo Da Vinci e alla Cilp, la Compagnia impresa lavoratori portuali, in attesa del dissequestro.
Stellantis dal canto suo si difende: secondo l’azienda fin dall’inizio era stato chiaramente indicato ai consumatori che l’auto, pur se nasce da un disegno concepito in Italia, non sarebbe stata prodotta nel Belpaese ma appunto in Nordafrica.
Adesso si attendono gli sviluppi di una vicenda che ricorda in parte quanto accaduto sempre a Stellantis con l’Alfa Romeo Milano, il cui nome fu poi cambiato in Junior dopo le proteste del Governo, visto che l’auto è prodotta in Polonia.