DAVIDE COSTA
Cronaca

Siccità, la situazione in Toscana: “L’acqua non manca, ma dobbiamo andarci piano”

Intervista alla segretaria generale dell’Autorità di Bacino Checcucci: "A fine mese nuovo summit. Capiremo che autunno ci aspetta. Gli invasi fondamentali per salvarci dalle situazioni critiche"

In tanti hanno scelto il lago di Bilancino per trascorrere le vacanze

In tanti hanno scelto il lago di Bilancino per trascorrere le vacanze

Firenze, 17 agosto 2024 – Da ‘normale’ a ‘severità bassa’. Il mese di agosto porta un leggero innalzamento della criticità per quanto riguarda i consumi d’acqua, che salgono al primo livello di attenzione. A fare il punto con "La Nazione" è Gaia Checcucci, segretaria generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale.

Com’è la situazione in Toscana?

"Rispetto agli anni precedenti è migliore. E anche adesso che siamo a un grado di ‘severità bassa’ restano consentiti tutti gli usi: potabile, industriale e agricolo".

Perché saliamo nella scala delle criticità?

"Per tre motivi. Partiamo dalle previsioni climatiche, che indicano assenza di precipitazioni significative anche per le prossime settimane. A questo dobbiamo unire la siccità che stiamo vivendo quest’estate: basti pensare che a luglio nella nostra regione è piovuto il 55 % in meno rispetto alla media degli ultimi trent’anni. Se ci aggiungiamo le temperature superiori alla media e consideriamo che a luglio l’aumento delle temperature minime e massime rispetto alla media è stato di due gradi, capiamo perché non possiamo abbassare la guardia".

In Toscana c’è acqua a sufficienza?

"Sì: la situazione non è grave. Tenga conto che i due terzi dell’acqua necessaria ad alimentare gli usi potabile, industriale e agricolo della nostra regione provengono dalle falde. E le nostre falde sono in buone condizioni, così come gli invasi principali, grazie alle abbondanti piogge della primavera. Il fatto che non ci troviamo davanti a una grave crisi idrica non vuol dire, però, che possiamo sprecare ma che possiamo continuare a fare un uso oculato senza troppa apprensione. Almeno fino alla fine di agosto".

E poi?

"A fine mese riunirò l’Osservatorio per gli utilizzi idrici per valutare la situazione e assumere decisioni ed eventuali misure per gestire il periodo di fine estate inizio autunno. Con maggiori dati a disposizione, quali gli effettivi prelievi esistenti e i dati delle concessioni sulle quali l’Osservatorio si è impegnato a lavorare. Sono certa lo faremo".

In molti sono preoccupati dai livelli dei corsi d’acqua.

"I fiumi toscani sono di natura essenzialmente torrentizia. Quindi se per settimane o mesi non piove e le temperature restano elevate, non possono che essere in secca. A meno che non riusciamo ad aiutare questi corsi d’acqua grazie agli invasi a monte".

Bilancino?

"E’ il più importante. D’accordo con Publiacqua abbiamo deciso di mantenere dei rilasci d’acqua nella misura di 3,5 metri cubi al secondo in modo che la portata dell’Arno non scenda mai sotto i 5,5-6 metri cubi al secondo, garantendo l’equilibrio del fiume. Fondamentali le dighe di Levane e Montedoglio".

Si torna a parlare di una rete di invasi medio-piccoli a servizio dell’agricoltura. Lei cosa ne pensa?

"Mi devo occupare di tutti gli usi dell’acqua, non solo di quello agricolo, e compito dell’Autorità è ‘mediare’ tra le varie esigenze. Se il mondo dell’agricoltura riesce a trovare delle linee di finanziamento per questi invasi, ben venga. In ogni caso le priorità del piano di bacino sostengono e garantiscono tutti gli usi, nessuno escluso, tutelano maggiormente le falde che ci hanno ‘salvato’ quest’estate. Con alcuni interventi mirati e tanta gestione ‘in tempo di pace’, quando non siamo in emergenza, la Toscana non avrà problemi di siccità".

Quali?

"Il riutilizzo dell’acqua per gli usi florovivaistici del distretto pistoiese, quello per gli usi irrigui di Grosseto, che andrebbero ad alleggerire in maniera sensibile il prelievo da falda. La realizzazione della diga di San Piero in Campo a Radicofani, che diventerebbe fondamentale per la Toscana meridionale. E due piccoli-medi invasi sui torrenti Lanzo e Gretano e il consolidamento e razionalizzazione della gestione della diga di Montedoglio che potrà sempre più e meglio garantire tutti gli usi. A cominciare da quello irriguo".