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Inchiesta Liguria, Signorini torna libero: era l’unico ancora ai domiciliari. Si attende il patteggiamento

L’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova era stato il solo, tra i protagonisti della vicenda giudiziaria, a finire in carcere. Era rimasto nel carcere di Marassi a Genova fino a metà luglio

Genova, 23 settembre 2024 – Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'Autorità portuale di Genova, torna libero. L'ex manager pubblico era stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta per corruzione che aveva portato ai domiciliari l'allora presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l'imprenditore portuale Aldo Spinelli.

Per Signorini il giudice Matteo Buffoni ha disposto il divieto di esercitare impresa o ricoprire uffici o incarichi direttivi in imprese per 12 mesi. E' ancora attesa, invece, per l'udienza dei patteggiamenti. Signorini era stato l’unico a finire in cella il 7 maggio, giorno in cui iniziò il terremoto politico che ha coinvolto lo Spezzino e Genova. 

L'ex manager pubblico era rimasto nel carcere di Marassi fino al 16 luglio, per poco più di due mesi: l'accusa nei suoi confronti è di aver preso soldi da Spinelli in cambio di concessioni portuali. Il giudice aveva poi concesso i domiciliari, accogliendo la richiesta degli avvocati Enrico e Mario Scopesi. Da allora era rimasto in un appartamento messo a disposizione dei familiari con una delle figlie a provvedere alle sue esigenze.

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Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'Autorità portuale di Genova. Era finito in carcere a Genova lo scorso 7 maggio, quando deflagrò il caso dell'inchiesta per corruzione in Liguria

La notizia delle scorse settimane è che Signorini patteggerà una pena di tre anni e cinque mesi. Ci sarà anche la confisca di quasi 104 mila euro.

Patteggiamenti anche per Spinelli e Toti: tre anni e due mesi il primo, due anni e un mese (convertiti in 1.500 ore di lavori di pubblica utilità) il secondo. Ma le condanne potrebbero aumentare di qualche mese visto che potrebbero essere contestati episodi corruttivi emersi nel corso delle indagini ma approfonditi dalla Guardia di Finanza, coordinata dai pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde, solo dopo la richiesta di giudizio immediato.

La data per i patteggiamenti, con ogni probabilità, sarà fissata subito dopo le elezioni regionali di fine ottobre in Liguria. Dopo il patteggiamento, per Signorini e Spinelli bisognerà aspettare il passaggio in giudicato della sentenza, a meno che uno dei due non decida di impugnare in Cassazione solo per prendere tempo, e poi deciderà il tribunale di Sorveglianza come fare scontare la pena.

Con la riforma dell'allora ministro Marta Cartabia, per le condanne tra i 3 e i 4 anni, è prevista la possibilità di chiedere, in alternativa agli arresti domiciliari, l'affidamento ai servizi sociali. Per quanto riguarda Toti sarà lui a indicare al giudice presso quale struttura svolgere i lavori di pubblica utilità in base alle onlus accreditate o convenzionate con il Tribunale.

L'ex presidente potrebbe svolgere lavori anche per oltre 15 ore settimanali e, forse, anche tramite smart-working. Toti sarà soggetto a controlli sul suo operato tramite l'Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) che dovrà verificare lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità