Firenze, 19 agosto 2024 – Con Ferragosto ormai alle spalle, molti di noi iniziano a pensare al ritorno alla routine quotidiana: il rientro a scuola o all’università, la ripresa del lavoro a pieno ritmo. Questo momento può portare con sé una serie di disagi psicologici come mal di testa, insonnia, tristezza, sbalzi d'umore e, in alcuni casi, un'accentuazione dell'ansia, soprattutto per chi è già predisposto. Abbiamo chiesto alcuni consigli su come affrontare la sindrome da rientro a Francesco Giorgi, psicoterapeuta fiorentino e volontario di Psicologi per i Popoli, una onlus che, attraverso le conoscenze e competenze della psicologia dell’emergenza dei professionisti, fornisce assistenza a individui e comunità colpite da calamità, disastri, gravi incidenti ed emergenze, inclusi eventi traumatici della vita quotidiana come la scomparsa improvvisa di familiari. In questo caso siamo di fronte a situazioni meno estreme, ma che possono comunque comportare disagio e malessere nell'individuo.
Chi è più colpito dalla sindrome da rientro?
«I ragazzi che si trovano sotto pressione a causa delle aspettative personali e di quelle dei loro genitori. In prossimità del rientro a scuola, molti giovani sperimentano un senso di blocco psicologico, un disagio che li porta a voler dare subito il massimo, sia negli studi che nelle attività sportive».
Come si può evitare questa situazione?
«Il segreto sta nelle vacanze stesse, che dovrebbero essere un vero momento di spensieratezza e leggerezza. Certo, le regole sono importanti, ma ai genitori consiglio di esercitare più autorevolezza e meno autorità».
E per quanto riguarda i compiti per le vacanze?
«La soluzione ideale sarebbe concordare insieme ai figli un piano di preparazione al rientro a scuola, non attraverso l'imposizione, ma tramite il dialogo e la comprensione. È importante 'riaccompagnare' gradualmente i ragazzi alle loro responsabilità scolastiche e alle attività extrascolastiche, senza fare pressioni».
Invece per gli adulti che tornano al lavoro e alla routine quotidiana? Qualche consiglio?
«È fondamentale darsi tempo, rallentare i ritmi e prendersi cura di se stessi. Ognuno può trovare il proprio metodo: praticare uno sport, dedicarsi alla meditazione, al Tai Chi, allo Yoga, oppure coltivare le proprie passioni».
Quali sono i sintomi della sindrome da rientro?
«La sindrome si manifesta spesso con stati di ansia generalizzata, incentrati sul rendimento e sulla prestazione. La società e, talvolta, la famiglia, impongono standard elevati, senza concedere la libertà di poter sbagliare. L’uso intensivo delle tecnologie e dei social media ha inoltre sovraccaricato i nostri sensi, e questo, combinato con le aspettative esterne, può scatenare la paura del fallimento e la sindrome da prestazione».