Mario Ferrari
Cronaca

Sos violenza di genere. Mascolinità e stereotipi, modelli da combattere

Lo sportello interuniversitario pisano contro ogni abuso ha compiuto due anni: "Ci auguriamo che il servizio possa aiutare a migliorare le norme di prevenzione"

Sos violenza di genere. Mascolinità e stereotipi modelli da combattere

Sos violenza di genere. Mascolinità e stereotipi modelli da combattere

Più di una persona al mese nel 2023 ha denunciato casi di violenza di genere legati alle università pisane. Sono state 13 infatti le richieste di aiuto giunte allo sportello interuniversitario di Pisa contro la violenza, che ieri ha compiuto due anni di servizio.

Un dato allarmante che fa però capire l’importanza di questo strumento, nato dalla collaborazione dei tre atenei pisani con la Casa della Donna, a disposizione della comunità accademica che permette, in forma anonima e senza obbligo di denuncia, di trovare aiuto, sostegno o anche solo un momento di ascolto.

"Lo sportello è rivolto a tutti: donne, uomini e membri della comunità lgbtqia+ che si possono sentire vittime di violenze o molestie dentro e fuori le mura universitarie – fa presente la professoressa Renata Pepicelli, delegata del rettore di Unipi sulle questioni di genere e coordinatrice dello sportello –. Da noi, infatti, si possono rivolgere coloro che sono oggetti di discriminazione dai compagni di corso, così come la studentessa che ha problemi a casa con il fidanzato che è invece esterno agli atenei".

Dopo due anni, il percorso dello sportello antiviolenza è ancora molto lungo e punta a migliorarsi per quanto riguarda gli interventi post-denuncia e soprattutto per individuare i fenomeni di violenza sommersa: un ampio ambito di pregiudizi, stereotipi e intimidazioni che non vengono denunciati.

"Ci auguriamo - spiega la professoressa Anna Loretoni, preside della Classe di Scienze Sociali e docente di Filosofia Politica della Sant’Anna - che grazie a una maggiore conoscenza dello sportello possano emergere anche i dati sommersi che permetteranno agli atenei di migliorare le norme di prevenzione e contrasto della violenza di genere. Bisogna partire da una critica seria ai modelli di mascolinità ma anche ricordare la violenza degli stereotipi da pregiudizio nei luoghi di lavoro".

Sul tema del contrasto alla violenza di genere, la professoressa Loretoni ha tenuto ieri un intervento, nell’aula magna della Sant’Anna, per riflettere sul ruolo delle università nel contrastare stereotipi e pregiudizi di genere.

Loretoni ha spiegato che la crescente ostilità nei confronti delle donne "rappresenta un tratto significativo del conservatorismo contemporaneo. Fin dalla presidenza Trump, l’ostilità verso le donne, che ha le sue radici nella paura, sta indirizzando i governi di molti paesi verso la limitazione o la negazione dei diritti sessuali e riproduttivi".

La professoressa ha poi aggiunto che la stessa violenza di genere trae alimento da scelte che presuppongono "un rapporto gerarchico e non paritario tra i generi, nonché la subalternità femminile". "Alla luce di questi aspetti - conclude Loretoni - dobbiamo chiederci quale sarà il destino delle liberaldemocrazie, visto lo scenario politico globale che mette radicalmente in discussione tanto il pluralismo etico e politico, quanto il momento deliberativo".