Ilaria Ulivelli
Cronaca

Specializzandi beffati, chi è assunto in sanitàrischia di perdere l’anno. “Circolare contro legge”

Il ministero dell’Università chiede che sostengano l’esame teorico. Non è previsto dalla norma nazionale. Il sindacato Anaao all’attacco, mentre la Regione Toscana cerca un accordo con i rettori dei tre atenei

Medici in corsia (Foto repertorio Ansa)

Medici in corsia (Foto repertorio Ansa)

Firenze, 3 ottobre 2024 – Un’altra mazzata sugli specializzandi. Stavolta il problema riguarda i medici assunti con il cosiddetto decreto Calabria che consente ai laureati in medicina e iscritti dal terzo anno delle scuole di specializzazione di partecipare ai concorsi per ricoprire posizioni che si trasformeranno in contratti a tempo indeterminato al momento della specializzazione.

Con una legge dello Stato dell’aprile scorso, per gli specializzandi assunti da aziende sanitarie e aziende ospedaliero universitarie la prova d’esame annuale universitaria era stata sostituita dalla certificazione delle competenze acquisite durante la formazione sul lavoro, attestata dal direttore della struttura ospedaliera dove prestano servizio.

Improvvisamente e inaspettatamente le cose sono cambiate. Nel luglio scorso un dirigente del ministero dell’università (Gianluca Cerracchio) ha emanato una circolare che ha ingenerato dubbi e confusione interpretativa con il risultato che per questi specializzandi – che nelle tre università toscane sono circa 400 – è stato reintrodotto l’esame finale annuale (solamente sulla teoria) da sostenere all’università.

Il sindacato Anaao Assomed ha sollevato una protesta alla quale si è unita la voce grossa del ministero della Salute che ha contestato la circolare del ministero di Università e ricerca, ma per ora non sono stati presi provvedimenti concreti per cambiare una situazione che potrebbe causare problemi e anche l’interruzione di contratti qualora gli specializzandi si trovassero ad avere valutazioni contrastanti di idoneità a superare l’anno.

Mentre a livello nazionale ancora non si arriva a capo della questione, la Regione Toscana sembra muoversi. L’assessorato al diritto alla salute ha infatti contattato i rettori delle tre università per cercare di trovare una soluzione condivisa ed evitare problemi.

“Adesso i professori universitari hanno cominciato a convocare gli specializzandi per sottoporli all’esame di valutazione teorica – spiega Gerardo Anastasio, segretario toscano del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed – Mettiamo che gli specializzati vengano bocciati sulla parte teorica mentre il direttore di struttura ospedaliera li aveva già promossi per la parte pratica... che si fa? Vengono licenziati e devono ripetere l’anno? E se invece, ai fini del servizio ospedaliero, viene data per buona la valutazione pratica, mettendo da parte l’esito negativo dell’esame teorico, l’università fa perdere loro l’anno col rischio anche di perdere la possibilità di specializzarsi?”.

Il sindacalista Anastasio parla “del solito pasticcio all’italiana per cui per qualcuno si applicano le leggi e per qualcun altro si interpretano – incalza – Abbiamo fatto la diffida affermando che con una semplice circolare non si può andare contro a una legge dello Stato e in caso di problemi per i colleghi specializzandi, siamo pronti a difenderli e a portare in tribunale i vertici universitari”.

Quindi adesso che cosa succederà? Si spera che la Toscana riesca a trovare una soluzione con i tre atenei perché la novità potrebbe rappresentare anche un grosso problema di assistenza nel sistema sanitario in un momento di ristrettezze di personale.

Intanto, emerge un’altra cattiva notizia. La Toscana per favorire la copertura di servizi specialistici nelle aree periferiche e nelle isole ha formulato pacchetti Start-smart che agevolano la carriera ai giovani professionisti. Al concorso di cardiologia Start-smart erano risultati idonei 33 giovani medici, ma al momento della chiamata i primi 17 hanno rifiutato. “Non sappiamo il motivo – dice Gerardo Anastasio – Speriamo solamente che i direttori della scuola di specializzazione che non abbiano fatto pressione per mantenere in struttura i giovani per non privarsi del loro prezioso lavoro, ma privando loro di una possibilità di carriera retribuita molto meglio”.