FRANCESCO QUERUSTI
Cronaca

Sport, violenza in campo: giovani e dilettanti, offese razziste e botte. "Punire ma recuperare"

Paolo Mangini, presidente del Comitato Toscana Figc Lega dilettanti: "La soluzione? Impegno costante, coinvolgendo le famiglie e la scuola"

Paolo Mangini (foto Germogli)

Paolo Mangini (foto Germogli)

Firenze, 12 dicembre 2023 – Il problema della violenza, nel calcio e nella vita, è sempre più argomento del giorno. Tutto il mondo sportivo si interroga sulle possibili soluzioni e il Comitato Toscana Figc-Lnd, presieduto da Paolo Mangini, traccia alcune linee guida.

Presidente Mangini come si possono combattere questi gravissimi episodi?

"Il settore giovanile e scolastico della Toscana, coordinato da Paolo Gabbrielli, da molti anni, attraverso progetti mirati, coinvolge famiglie, dirigenti, tecnici e ragazzi con momenti di confronto e dialogo che mettono sempre al centro i valori dello sport e tra questi il rispetto in tutto le sue forme. Quindi svolgiamo un’azione concreta e in stretto contatto con le società e le famiglie".

Quali altri interventi sono allo studio?

"Siamo consapevoli che più di nuove ricette è necessario un impegno costante per il raggiungimento di una vera cultura sportiva. Il processo ha bisogno di tempo e di lavoro continuo che coinvolga in particolare le famiglie e l’istituzione scolastica, le due più importanti agenzie educative per i ragazzi. Sono stati sviluppati specifici progetti rivolti al mondo della scuola al fine di promuovere il calcio come strumento educativo. Siamo pronti ad accettare il confronto e le proposte di tutti".

E sull’esplosione di violenza in campo nel campionato Allievi B, con un baby calciatore della squadra locale di Calenzano che si accanisce colpendo un coetaneo di 15 anni del Casellina, portato all’ospedale, qual è un suo commento ?

"E’ stata un’esplosione isolata di rabbia incontrollata e illogica da parte di un giovane giocatore in una gara tranquilla. Purtroppo questi fatti si evidenziano anche in altri ambiti della vita. Ritengo che l’etichetta di calcio giovanile violento non sia però giustificata se rapportata alle migliaia di partite che settimanalmente vengono disputate nella nostra regione. E non bisogna dimenticare il grande valore aggregativo, sociale e di solidarietà offerto dal calcio di base".

Quali provvedimenti saranno presi?

"Aspettiamo il pronunciamento del giudice sportivo a cui l’arbitro invia il referto. Ipotizzando pesanti provvedimenti a carico del ragazzo che si è reso protagonista del gesto violento, ritengo necessario e urgente che il sistema sportivo debba prevedere parallelamente azioni che permettano al giovane atleta di intraprendere un percorso ‘riparatore’. Non dobbiamo emarginare nessuno, ma aiutare i giovani a prendere coscienza del proprio errore attraverso azioni di valenza sociale".

Quindi l’ipotesi di un percorso riabilitativo?

"Abbiamo il dovere di punire chi sbaglia senza però correre il rischio di perdere ragazzi che possono essere recuperati. Vorrei inoltre esprimere la vicinanza del Comitato regionale e mia personale a Giorgio, giovane atleta del Casellina oggetto dell’atto di violenza, alla sua famiglia e alla società. Ho preso inoltre contatti con il presidente della Folgor Calenzano che aveva prontamente chiamato il Casellina e la famiglia del ragazzo mettendosi a disposizione per qualunque necessità".