Squali nel Mediterraneo. Quante e quali sono le specie presenti nei nostri mari

La presenza una verdesca a Marinella di Sarzana ha fatto scattare il fuggi fuggi tra i bagnanti, ma gli avvistamenti tra Toscana e Liguria sono un fenomeno frequente

Un esemplare di squalo (Foto Ansa)

Un esemplare di squalo (Foto Ansa)

Marinella di Sarzana (La Spezia), 17 giugno 2024 – L’allarme è scattato quando il bagnino di uno stabilimento alla foce del Magra ha avvistato una strana sagoma tra le onde. Fuggi fuggi tra i bagnanti, l’arrivo della guardia costiera, ma quel pesce di circa un metro e mezzo era con ogni probabilità una verdesca, cioè una specie di squalo praticamente innocua per l’uomo.

Eppure basta pronunciarne la parola per seminare il panico. Sarà per quell’alone di mistero che da sempre circonda questi animali, sarà per quelle scene drammatiche ammirate nel celebre film di Steven Spielberg, fatto sta che gli squali, nell’immaginario collettivo, incutono sempre un certo timore. E del resto anche nel Mediterraneo, e più nello specifico nelle acque della Toscana e della Liguria, la presenza di numerose specie di questi predatori è ormai accertata.

Quali specie di squalo sono presenti nel Mediterraneo?

Secondo le stime dei biologi, nel mar Mediterraneo sono presenti 47 specie di squalo. Molte di esse, praticamente tutte, vivono o sono state avvistate almeno una volta anche nel mar Ligure. Eh già, avvistamenti come quello avvenuto domenica scorsa a Marinella di Sarzana sono piuttosto frequenti. La verdesca è quella che viene chiamata anche blue shark, è una specie pelagica che vive generalmente in acque profonde ma è possibile trovarla in acque costiere salate e perfino salmastre. Ha un corpo lungo e affusolato con un muso stretto e appuntito, può raggiungere i 4 metri di lunghezza e pesare fino a 300 kg ed è probabilmente una delle specie più comuni dei nostri mari. Si ciba di calamari e pesci.

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Un’altra specie molto diffusa nel mar Ligure è lo squalo volpe, chiamato così un po’ per la lunga coda, un po’ per la sua ‘astuzia’ nello sfuggire alle reti. E’ lungo fino a 6 metri compresa la coda ed è praticamente innocuo per l’uomo, specialmente se consideriamo le dimensioni esegue della sua bocca. C’è poi lo squalo elefante, che si nutre principalmente di plancton: anche questo è considerato inoffensivo per l’uomo, sebbene possa raggiungere i 12 metri di lunghezza e le 4 tonnellate di peso. E’ lo squalo più grande del mondo dopo lo squalo balena.

E poi c’è il grande squalo bianco, conosciuto da tutti perché protagonista del celebre film degli anni ‘70 (e dei vari sequel). Sì, sebbene la sua presenza non sia così massiccia, anche il Carcharodon carcharias è presente sia nel Mediterraneo che nei nostri mari fin dal Pleistocene. In Toscana è considerato responsabile della morte di un sub avvenuta nel febbraio del 1989 a Baratti, davanti allo scoglio dello Stellino. I giornali dell’epoca parlarono fin da subito di attacco di squalo, ma in realtà la verità sulla morte del subacqueo non è mai stata veramente accertata. Tra le ipotesi c’è anche quella che è a ridurre il corpo in brandelli fu l’elica di una barca.

Sempre tra le specie presenti nel Mediterraneo, complice il riscaldamento dei nostri mari, troviamo anche lo squalo mako, considerato uno dei pesci più veloci in acqua, capace di raggiungere i 70 km/h. Può arrivare a 3 metri di lunghezza e fino a qualche anno fa era presente soltanto nei mari tropicali. Lo scorso maggio un esemplare di mako fu catturato anche davanti alle coste di Talamone.

Gli squali sono pericolosi per l’uomo?

E’ la classica domanda da un milione di dollari e la risposta, in questi casi, è quasi sempre ‘no’. Dal 1900 ad oggi si contano soltanto 50 attacchi di squalo certificati nel Mediterraneo, 11 dei quali con esito fatale. Ci sono specie, come la verdesca, che sono addirittura innocue per l’uomo, mentre altre, come lo squalo bianco, possono attaccare solo se ci scambiano per una delle loro prede abituali, che certamente non sono le persone.

Eppure conviene sempre fare attenzione. Lo squalo mako, ad esempio, rientra nella rosa dei 5 squali più pericolosi del mondo, insieme al grande squalo bianco, il Leuca, lo squalo Tigre e il Longimano. Se a qualcuno dovesse insomma vedere una pinna e una sagoma in acqua, la scelta di allontanarsi il più velocemente possibile resta sempre la più saggia.