MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Santa Croce, restaurato il monumento che avrebbe ispirato la Statua della Libertà

Il progetto è stato sostenuto dalla Fondazione Friends of Florence. E una copia in 3d andrà a New York per la mostra ‘Sisters in liberty’

Monumento Pio Fedi

Monumento Pio Fedi

Firenze, 5 settembre 2019 - Secondo moti critici la ‘Statua della Libertà fiorentina’ di Santa Croce potrebbe aver ispirato quella che si staglia maestosa nella baia di Manhattan. Ora questo capolavoro ha ripreso tutta la sua luce, per la gioia di fiorentini e turisti, che potranno tornare ad ammirare in tutto il suo splendore la ‘Libertà della Poesia’, il monumento di Pio Fedi dedicato a Giovanni Battista Niccolini, poeta, drammaturgo, patriota e grande protagonista degli ideali risorgimentali. Grazie al restauro interamente sostenuto dalla Fondazione Friends of Florence, che nel complesso di Santa Croce si è impegnata anche per il Crocifisso del maestro di Figline e per la Robbiana della Cappella Pulci Berardi.

Profondo è il legame tra quest’opera e il monumento simbolo di New York, realizzato da Frédéric Auguste Bartholdi pochi anni dopo un suo viaggio in Italia. La similitudine tra le due sculture è da tempo al centro di un dibattito critico: è possibile che la statua di Pio Fedi sia stata la fonte di ispirazione per l’artista francese che realizzò la ‘Statua della Libertà che illumina il mondo’ della Liberty Island di New York statua tra il 1877 e il 1886. Bartholdi era in viaggio in Italia nel 1875-76 e avrebbe avuto modo di vedere a Firenze, nell’atelier di Fedi in via dei Serragli, una prima versione della statua. Il prezioso restauro, collegato alle celebrazioni per il bicentenario del Consolato americano in città, ha visto alleate l’Opera di Santa Croce presieduta da Irene Sanesi e la Fondazione Friends of Florence di Simonetta Brandolini d’Adda, ed è stato presentato insieme a Claudio Paolini della Soprintendenza, a Kathryn A.Rakich del Consolato e a Paola Rosa che, con Emanuela Peiretti, ha curato l’intervento.

“Nei mesi scorsi il monumento è stato anche riprodotto utilizzando un’accurata scansione ad alta risoluzione dalla Kent State University – ha spiegato Irene Sanesi - e la copia in 3d a partire dal 18 ottobre sarà al centro di Sisters in Liberty, il progetto espositivo che l’Opera promuove all’Ellis Island Museum of Immigration di New York, che si concluderà ad aprile”.

Kathryn A.Rakich, del Consolato Generale Americano a Firenze, ha ricordato come Santa Croce rappresenti da oltre 200 anni una porta verso gli Stati Uniti. Il progetto, infatti, è collegato alle celebrazioni per il bicentenario della presenza del Consolato a Firenze e delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e la Toscana. La statua, realizzata in un unico blocco di marmo bianco di Carrara, fu oggetto di una pulitura dopo l’alluvione del ’66, ma questo restauro ha liberato le superfici dal deposito di polvere e dalla patinatura.

L’intervento di restauro ha riservato alcune sorprese. Claudio Paolini ha ricordato come la genesi dell’opera - ultimata nel 1877 e inaugurata nel 1883 - sia stata molto travagliata, soprattutto per quanto riguarda la collocazione all’interno della basilica. Sicuramente, e la restauratrice Paola Rosa l’ha confermato aggiungendo che si tratta di un’operazione non usuale, Pio Fedi intervenne ampiamente sull’opera già collocata per migliorare l’impatto delle fonti luminose. Il restauro odierno ha liberato le superfici da un compatto e abbondante deposito di polvere e dalla patinatura che impedivano una corretta lettura.  

“Abbiamo scelto di intervenire su quest’opera, depositaria di un grande messaggio civile, artistico e umano, proprio nell’anno del bicentenario del Consolato - ha detto Simonetta Brandolini d’Adda - a sottolineare il ponte fra Firenze e gli Stati Uniti. Probabilmente la scultura è stata fonte di ispirazione della Statua della Libertà a New York, per noi è certamente l’opera depositaria di quei valori di libertà e di indipendenza che hanno fondato l’identità del popolo americano”. Alto il valore simbolico del monumento funebre di Pio Fedi, realizzato negli anni in cui Santa Croce, dopo l’Unità d’Italia, diventava luogo della memoria nazionale. Nella mano protesa verso l’alto una catena spezzata, nell’altra trattiene la lira e una corona di alloro, e sul capo il diadema con nove raggi.