Roma, 27 maggio 2024 – Il testo definitivo arriverà in Consiglio dei ministri solo lunedì 3 giugno, ma la bozza del decreto Schillaci per la riduzione delle liste d’attesa sanitarie, ora all’esame finale dei ministeri della Salute e dell’Economia, esplicita le ambizioni del governo nel tema più sentito da cittadini, quello del diritto alle cure, oggi in troppi casi ritardate o negate. In 18 pagine zeppe di acronimi, rimandi e contorsioni identificative (il Singla – Sistema nazionale di governo delle liste di attesa – non va assolutamente confuso col Pingla – Piano nazionale di governo delle liste di attesa) viene prefigurato, con il supporto di Cabina di regia ministeriale, Agenas e Iss, un imminente cambio di passo. Corpose novità sono attese al test degli informatici, per far dialogare al meglio pubblico e privato, e naturalmente alla prova dei pazienti (allo stato attuale sfiduciati).
Classificazione urgenze
Per ogni prima visita o esame diagnostico il medico prescrittore avrà l’obbligo di attribuire un tempo massimo per l’erogazione della prestazione: classe U (urgente) entro 72 ore; classe B (breve attesa) entro 10 giorni; classe D (differita) entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; classe P (programmabile) entro 120 giorni . Una pressione non da poco sui medici prescrittori in rapporto fiduciario coi pazienti.
Cup pubblico privato
Piena sinergia di pubblico e privato nello smaltimento delle liste. Gli erogatori pubblici e gli erogatori privati accreditati ospedalieri e ambulatoriali afferiranno a un Cup – Centro unico di prenotazione – finalmente davvero unico (a livello regionale o infra-regionale). La "piena interoperabilità" dei centri di prenotazione degli erogatori privati accreditati con i competenti Cup territoriali costituirà "condizione preliminare" del rapporto. Difficile prevedere i tempi dell’effettiva messa a regime. Il cittadino vittima di disservizio potrà segnalarlo in un apposito registro sul sito ministeriale.
Recall, sanzioni, festivi
Con anticipo di due giorni sulla prestazione prenotata, il Cup ricontatterà il paziente, per richiedere la conferma o la cancellazione. In caso di assenza ingiustificata, l’assistito potrà essere tenuto al pagamento della prestazione. Non esiste però un’automatica sanzione degli smemorati. Al contrario, ai fini dello smaltimento delle liste e della ottimizzazione delle degenze, lo Stato amplierà il suo impegno prevedendo visite diagnostiche e specialistiche anche "sabato e domenica" con "fascia oraria prolungata".
Copertura finanziaria
Ogni legge ha il suo costo. Quindi, rispetto a quanto previsto a fine 2023, i tetti di acquisto regionali delle prestazioni erogate da privati accreditati saliranno: dall’1% al 2% nel 2024, dal 3% al 4% nel 2025 e dal 4 al 5% dal 2026. Appare non meno significativa la prima deroga sul tetto del personale del Servizio sanitario nazionale: nell’anno 2024 varrà fino al 25% dell’incremento del Fondo sanitario regionale 2023 (in attesa del decreto Salute-Mef che definirà entro quattro mesi i nuovi criteri di spesa per il 2025). I maggiori oneri 2024 per straordinari potranno essere coperti utilizzando fino allo 0,4% del Fondo sanitario. Alla velocizzazione di esami e visite potranno concorrere anche gli specialisti ambulatoriali – remunerati fino 100 euro lordi l’ora grazie a 100 milioni di euro supplementari di stanziamento – e gli specializzandi, che potranno agire in libera professione per 12 ore a settimana.
Guerra ai gettonisti
Contro l’eccessiva spesa per medici ’gettonisti’ e cooperative, Regioni ed enti del Ssn potranno reclutare personale in deroga, in forma autonoma o di collaborazione coordinata e continuativa, sino a fine 2026.
Misurazione progressi
L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) monitorerà il rispetto dei tempi massimi di attesa per i cittadini e istituirà una piattaforma nazionale per realizzare l’interoperabilità con le piattaforme di ciascuna regione o provincia autonoma. Il ministro della Salute Orazio Schillaci è convinto della svolta: "Io sono fissato con i numeri e con i dati. Se io non so, regione per regione, capillarmente quale prestazione diagnostica o quale terapia ha un ritardo maggiore sulla lista d’attesa, come posso pensare di intervenire?"