Viareggio, 8 novembre 2024 - Chiunque abbia assistito ai voli spettacolari e ipnotici degli storni (come in questo video realizzato a Viareggio) sa quanto possa essere affascinante questo fenomeno naturale. Ma dietro queste complesse coreografie aeree si nascondono ragioni ben precise. Ne parliamo con il professor Franco Bagnoli, esperto di sistemi complessi e docente di Fisica teorica della materia all'Università di Firenze.
Intanto, spiega il docente, “gli storni sono piccoli uccelli migratori che un tempo volavano dall'Europa verso l’Africa per l’inverno ma che, a causa del riscaldamento globale, oggi spesso rimangono in Italia durante la stagione fredda. In autunno e inverno, quando le temperature si abbassano, questi uccelli si spostano dal nord Europa e arrivano alle nostre latitudini, e quindi anche nelle città italiane”.
Il motivo delle “coreografie”
Di giorno, gli storni si dividono in piccoli gruppi per cercare cibo nelle campagne; ma al tramonto, questi uccelli si riuniscono e iniziano le loro spettacolari evoluzioni. Questo comportamento, spiega Bagnoli, “serve a richiamare tutti i membri del gruppo prima della notte, quando gli stormi dormiranno insieme per mantenersi caldi”. Dormire in gruppo è fondamentale per loro, poiché soffrono il freddo e si scaldano unendosi, spesso trovando riparo in luoghi urbani, dove le temperature sono più miti.
Difesa dai predatori
Il volo coordinato ha un ulteriore scopo: proteggersi dai predatori, in particolare dal falco pellegrino. Quando si muovono in gruppo e formano figure continuamente mutevoli, gli storni creano confusione nel predatore, che fatica a individuare e catturare un singolo uccello. Infatti, durante le loro coreografie più intricate e sorprendenti, spesso stanno proprio fuggendo da un predatore. Ogni storno mantiene una certa distanza dai vicini, regolando i movimenti per non urtarsi e creando una massa compatta e fluida in cui “il falco rischierebbe addirittura di rompersi le ali”, spiega il docente.
Cooperazione senza leader
Studi condotti da Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica, e altri scienziati hanno chiarito che non esiste un leader a guidare questi stormi. Gli uccelli ‘reagiscono’ ai movimenti dei compagni vicini, mantenendosi a una distanza costante. Questo comportamento è simile a quello di altri animali che si muovono in gruppo, come i moscerini: una semplice regola di comportamento collettivo che permette al gruppo di agire come un’unica entità e di massimizzare la protezione contro i predatori. Oltre che di dare spettacolo a chi ha la fortuna di vederli.