Vernio (Prato), 22 dicembre 2024 – La strage prima delle stragi. Era domenica quel 23 dicembre del 1984, quando alle 19.08 un ordigno nella nona carrozza del Rapido 904 esplose con una carica radiocomandata mentre percorreva i 18 km della galleria Direttissima tra Vernio e San Benedetto Val di Sambro, sull'Appennino tosco-emiliano. Luoghi non distanti da quelli della strage Italicus del '74 (12 morti e 48 feriti). La bomba sul 904 provocò 16 morti e 267 feriti: il treno era partito da Napoli per Milano, carico di persone in viaggio per le feste di fine anno. Sono passati 40 anni da quella notte infernale in cui nella grande galleria dell’Appennino, a pochi chilometri dalla stazione di Vernio, si consumò una strage che segnò profondamente anche la comunità di Vernio e della Val di Bisenzio. Il Rapido 904 trovò il suo tragico epilogo nella galleria della Direttissima: la bomba, contenuta in due valigie, esplose all’interno della galleria provocando un inferno di fuoco, dolore, morte e lamiere. Un brutale attentato terroristico che avvenne nel giorno dell'antivigilia di Natale, a chiusura di un periodo già difficile della storia italiana, che fece da preludio a una stagione ancora più oscura culminata nelle stragi di mafia degli anni '90. Questo attentato fece ripiombare il Paese nell'incubo del terrorismo, che aveva avvolto l'Italia dal 1969 in poi, con centinaia di vittime innocenti. Anche per questo si pensò subito ad un colpo di coda dell'estremismo eversivo, ma le indagini furono lunghe e complesse e, solo con la sentenza di Cassazione del 1992, si provò la matrice "terroristico-mafiosa". Il boss Totò Riina, morto nel 2017, era l'unico imputato a Firenze al processo d'appello sulla strage, per la quale ci sono state condanne passate in giudicato, fra cui quella all'ergastolo di Pippo Calò, fedelissimo di Riina. In tempi più recenti una rilettura di atti e indagini aveva portato la procura di Firenze a individuare Riina come presunto mandante. Sono passati 40 anni e tuttavia, ancora oggi rimangono oscure le connivenze e le complicità di chi ha contribuito alla strage restando nell'ombra.
“A Vernio ancora in molti ricordano con sgomento quelle ore, chi ha prestato soccorso e chi ha assistito al consumarsi di una tragedia che non deve essere dimenticata – sottolinea la sindaca di Vernio Maria Lucarini – La lotta contro ogni forma di violenza e di terrorismo inizia con la memoria, per questo oggi alle 19, l’ora in cui venne dato l’allarme, saremo al Monumento alla Direttissima, sopra la Grande Galleria dell’Appennino, teatro della strage per ricordare e rafforzare il valore della solidarietà”. La cerimonia inizierà alle 19 con la lettura dei nomi delle 16 vittime dell’attentato, poi interverranno Marina Grasso avvocato del coordinamento provinciale Libera di Prato e la sindaca di Vernio Maria Lucarini. Alla cerimonia partecipa anche l’associazione tra i familiari delle vittime della Strage rappresentata da Loretta, che fu gravemente ferita nell’attentato, e la figlia Giada Pappagallo. Conclude il coro di Sant’Ippolito. Alle 21 all’ex Meucci “Testimonianze e memorie dei soccorritori e di chi ha vissuto la strage di Natale”, una serata della memoria a cui parteciperanno il sindaco di Vernio di allora Giovanni Pini, Nadia Magnani, all’epoca medico delle Ferrovie, l’ex ferroviere Arcangelo Lucarella e il medico Andrea Saccardi. Modera l’incontro la giornalista Debora Pellegrinotti. Il Comune di Vernio proprio in questi giorni ha anche avviato una collaborazione con il Comune di Napoli per un Patto di Amicizia sulla Memoria, in ricordo del terribile attentato, che spezzò vite innocenti, segnò profondamente il nostro Paese e rappresenta una ferita nella storia comune. Il Rapido 904 partì infatti da Napoli, diretto a Milano. Il Patto si concentrerà soprattutto sulla promozione di progetti educativi, affinché le generazioni future comprendano il valore della memoria e della solidarietà e la necessità di un impegno forte, di tutti, contro le mafie.